Era in Italia con la moglie austriaca e i figli. La polizia lo ha fermato a Mestre: nei suoi confronti c’era un mandato di cattura internazionale, per fini di estradizione, emesso dalla magistratura di Ankara per terrorismo. L’uomo, 44 anni, di nazionalità turca, è un presunto reclutatore per conto della Dhkp-C, il “Fronte rivoluzionario per la liberazione del popolo”, l’organizzazione terroristica che ha ucciso, il 31 marzo scorso, a Istanbul il pm Mehmet Selin Kiraz. L’uccisione avvenne nel blitz delle forze speciali in cui sono morti anche due sequestratori del magistrato.

In particolare, informa una nota della Polizia di Venezia, “lo straniero ha partecipato nel 1994 all’affissione illegale di manifesti e striscioni nonché al lancio di bottiglie molotov ad Ankara, mentre nel 1995 ha compiuto un attentato negli uffici della banca di Konia Street di Ankara; inoltre è stato indagato per essere ritenuto un reclutatore per conto della associazione terroristica DHKP-C”. Dopo i controlli di rito, informa la medesima nota, il turco è stato portato nella Casa circondariale di Venezia a disposizione della Corte d’Appello di Venezia.

“Il livello di allerta è tale che, anche e soprattutto nei giorni della Pasqua, i controlli di sicurezza, su tutto il territorio, sono altissimi – si legge in una nota di Angelino Alfano, ministro dell’Interno – tutte le Forze dell’Ordine, così come stabilito dal Casa (Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo), sono impegnate senza sosta sul fronte antiterrorismo per individuare ogni fonte di possibile rischio e pericolo”.

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