Questa volta non si tratta di difendere l’accesso alla terra dei contadini di qualche Paese molto lontano da noi. Questa volta si tratta del Belgio. E’ così che in vista del 17 aprile, Giornata Internazionale delle lotte contadine, sono molti i cittadini che si stanno mobilitando a difesa dell’agricoltura familiare. Nel periodo che precede quella data molti attivisti stanno organizzando azioni ed eventi dimostrativi che pongono al centro una semplice domanda: “Cosa mangeremo domani?”.

belgio 2Des chicon pas de prison” è la risposta che darebbero alcuni attivisti belgi. Cipolle e patate sono diventate il simbolo della lotta contro la costruzione di una prigione, ad Haren, nella periferia nord della capitale Bruxelles. Dall’agosto del 2014 alcune persone hanno deciso di occupare un terreno per poterlo mantenere agricolo. I ‘nuovi contadini’ si oppongono al progetto di costruzione di un carcere, in grado di ospitare più di mille detenuti. La grande opera fino ad ora è rimasta sulla carta e il terreno ha ripreso vita con la realizzazione di Zad, ovvero, la zona da difendere. Si è prima formato un comitato e poi è nato un orto. Gli occupanti hanno cominciato a produrre verdura, allevare animali e a riavviare i campi che una volta erano coltivati a mais. 19 ettari che gli attivisti vorrebbero mettere a coltura per contribuire a nutrire la città di Bruxelles.

Quello di Haren, in Belgio, è solo uno dei tanti esempi di terreni di cui si vorrebbe modificare la destinazione d’uso. Secondo uno studio di Oxfam in Belgio la superficie urbanizzata è aumentata del 23% in 25 anni. In 30 anni il Paese ha perso il 63% delle aziende agricole. Gran parte delle fattorie, che sono sparite nel tempo, sono quelle dei piccoli proprietari, quelle di meno di 5 ettari.

belgioSecondo l’Ong, nella sola regione della Vallonia, in 25 anni è persa, in media, ogni anno, una superficie coltivata pari a 3 mila campi da calcio. Proprio per il 2015 il governo della regione a maggioranza francofona si è impegnato a migliorare l’accesso alla terra per favorire l’agricoltura familiare. Tra le misure adottate: la realizzazione di una banca fondiaria e di una riforma della legge che regolamenta i contratti di locazione delle fattorie.

Una tendenza, quella all’urbanizzazione, che tocca tutta l’Europa. Oltre al consumo di suolo diventa sempre più evidente, anche nei Paesi europei, il fenomeno della concentrazione della proprietà terriera. Secondo le stime di Oxfam il 3% dei proprietari terrieri controlla la metà dei suoli agricoli. Una situazione paragonabile a quella del Brasile o delle Filippine. Le terre che rimangono agricole, spesso, vengono acquistate per produzioni agro-industriali a discapito dell’agricoltura di prossimità. Per questo l’Ong ha lanciato in Belgio la campagna: ‘Cosa facciamo crescere sull’asfalto?’.

L’agricoltura viene minacciata e anche la nostra alimentazione. La campagna si propone di acquistare collettivamente dei terreni per destinarli all’agricoltura familiare, di acquistare prodotti che provengano da coltivazioni di prossimità e di valorizzare le produzioni locali. “Cosa mangeremo domani?” non è solo una domanda, è diventato lo stimolo per creare, in Belgio, una piattaforma nazionale che si propone di raccogliere e coordinare tutte le azioni, le iniziative e le lotte per l’accesso alla terra. Per un Paese federale con spinte centrifughe come il Belgio, la terra sembra unire tutti: fiamminghi, francofoni e tedeschi.

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