Prima si sono tagliati gli stipendi, poi hanno dovuto recepire una sentenza della Corte Costituzionale, riportandoli nuovamente ai livelli di due anni fa. Una decisione che ha trascinato tra le polemiche il Movimento 5 Stelle di Bagheria, dal giugno 2014 alla guida della cittadina in provincia di Palermo. “Si aumentano la paga”, attacca Daniele Vella, ex candidato sindaco Pd che ha perso al ballottaggio contro l’attuale primo cittadino Patrizio Cinque, “mentre il comune è in dissesto finanziario. E’ un atto legittimo, ma sicuramente inopportuno. Ma del resto è la stessa giunta che a fine 2014 ha bocciato la proposta di un consigliere di opposizione di abolire i gettoni di presenza“. Gli eletti M5S hanno deciso non appena arriva in Comune di ridursi del 30 per cento la retribuzione e il primo cittadino per 6 mesi ha scelto di rinunciare allo stipendio. Ora però la giunta è sotto attacco per le ultime decisioni in termini di finanziamenti. “Io non ho ancora percepito un euro”, ha ribattuto su Facebook Cinque, “e non so nemmeno quanto prenda un sindaco”.

Al centro delle polemiche c’è un documento di cinque pagine approvato il 30 dicembre del 2014, una delibera in cui si propone lo stanziamento di 60mila euro per “riallineare” gli stipendi del primo cittadino e degli assessori alle somme previste nel 2012, superiori rispetto a quelle attuali. Colpa di una sentenza della Corte Costituzionale, che annulla i tagli ordinati dalla Regione Siciliana due anni fa, riportando le paghe degli amministratori locali ai livelli del 2012. La delibera, scovata dal giornale on line Lettera43.it, recepisce la sentenza della Consulta.

“La sentenza della Corte Costituzionale numero 219 del 2013″, si è giustificato in una nota il M5S di Bagheria, “ha dichiarato inapplicabili le sanzioni relative al mancato rispetto del Patto di Stabilità alla Regione Sicilia. Tra le sanzioni che erano state applicate al Comune di Bagheria nel 2012, vi era l’obbligo alla riduzione del 30% delle indennità di Sindaco, Giunta e consiglieri comunali; nel bilancio 2012 era dunque stata applicata questa riduzione” spiegano dal Movimento. In Sicilia, infatti, l’ammontare degli stipendi del sindaco, degli assessori e dei consiglieri è deciso dalla Regione, che nel 2012 ha tagliato la paga agli amministratori locali: lo stipendio del sindaco di Bagheria è sceso da 4.300 euro a 3 mila, quello del vice da 3.200 euro a 2.300, mentre quello degli assessori da 2.800 a 1.900 euro. Questo però prima della sentenza della Corte costituzionale che nel 2013 ha bocciato una serie di norme varate dalla Regione Siciliana, compresa quella sul taglio degli stipendi a sindaci e assessori. “A causa di tale sentenza – continuano dal Movimento – sia lo scorso anno, sia quest’anno, si è dovuto procedere al riallineamento dei compensi dovuti a prima delle sanzioni. E’ dunque l’applicazione di una sentenza obbligo di legge, e non una scelta politica”. In pratica a Bagheria la giunta ha dovuto riportare gli stipendi al livello del 2012.

La delibera del dicembre 2014 diventa però la miccia che ha infiammato il clima politico locale: alla giunta guidata da Cinque viene rinfacciato la mancata abolizione del gettone di presenza per i consiglieri comunali, proposta dall’opposizione nei mesi scorsi. “Sono convinto – continua il leader del Pd locale Vella – che sia giusto retribuire l’impegno politico a tempo pieno, ma sono altrettanto convinto che quando si chiedono sacrifici ai cittadini occorre iniziare a fornire un esempio partendo da se stessi”. Immediata la replica M5S: “La differenza sostanziale tra il passato e il presente, differenza che alcuni soggetti politici volutamente omettono (probabilmente per dare una cattiva informazione e/o manipolare l’opinione pubblica), è che il Movimento 5 Stelle ha scelto di destinare il 30 per cento della propria indennità al fine di finanziare servizi per la collettività, così come il sindaco vi ha rinunciato completamente per i primi 6 mesi”. E annunciano che a breve faranno una consultazione della cittadinanza per decidere come utilizzare i fondi risparmiati con il taglio degli stipendi. Nel frattempo a Bagheria il vento della polemica continua a soffiare più forte dello scirocco.

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