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Il culto della ‘Wicca’ in Italia, le streghe (moderne) son tornate: incantesimi, rituali pagani e danze liturgiche

A 60 anni dalla fondazione, la più diffusa religione neopagana del mondo ha migliaia di adepti nel nostro paese. Ecco gli wiccan, tra magia buona, coltelli rituali e pregiudizi (di Diana Orefice)

di F. Q.

La caccia alle streghe è finita da secoli, ma la stregoneria va ancora di moda. In tutta Italia, al giorno d’oggi, si celebrano incantesimi, rituali pagani e danze liturgiche intorno a un fuoco. Le streghe e gli stregoni moderni, però, non hanno nulla a che vedere con diavoli e malefici. Anzi, la loro “regola d’oro” è: fai ciò che vuoi finché non fai male a nessuno. Preferiscono essere chiamati wiccan, cioè membri della wicca: si tratta della religione neopagana più diffusa del mondo, che fonde tecniche sciamaniche, culti druidici e credenze popolari e medievali. Gli wiccan venerano principalmente la natura e i suoi cicli. Il divino è immanente in ogni cosa e viene riassunto in due principi contrapposti e complementari: la Dea e il Dio. Se la Dea è la luna, il Dio è il sole. La Dea è l’acqua e la terra, il Dio è l’aria e il fuoco. Secondo la wicca l’alternanza e lo scambio tra le due forze, maschio e femmina, sta alla base del divenire del mondo.

Il fondatore della wicca è l’inglese Gerald Gardner, che ha teorizzato per la prima volta i principi di questa religione 60 anni fa, nel 1954. “Padre della moderna stregoneria” recita la placca commemorativa pubblica che è stata affissa a giugno 2014 sulla casa dove visse a Highcliffe, nel Dorset. A ricevere la targa di “madre”, invece, è stata l’anno prima Doreen Valiente, iniziata alla wicca da Gardner stesso. In Inghilterra e in Galles ora ci sono quasi 12.000 wiccan. Ma ad oggi il paese con più streghe e stregoni del mondo sono gli Stati Uniti, dove ci sono 340.000 wiccan dichiarati. E’ stata la Pagan Federation, la massima organizzazione pagana del mondo, a chiedere agli adepti di rispondere di essere “wiccan” nel censimento, dato che negli Usa si tratta di una religione riconosciuta. Nel nord America si celebrano anche matrimoni pagani.

In Italia, invece, non esistono stime ufficiali. Secondo il Centro studi sulle nuove religioni, che è in contatto con gruppi ed esperti del settore, nel 2012 c’erano circa 3000 wiccan nel nostro paese, soprattutto donne e nel nord Italia. Sempre al nord si trovano i più importanti cerchi e congreghe del nostro paese e a Milano c’è il Tempio della Luna, un luogo di culto dedicato alla stregoneria, dove si possono seguire seminari o semplicemente fare incantesimi con altre persone. “In Italia la wicca è arrivata negli anni 2000 – spiega Davide Marrè, sacerdote wiccan e presidente del Circolo di Trivi, la prima associazione wiccan italiana – grazie alla letteratura anglosassone sul paganesimo e sullo sciamanesimo: la stregoneria è stata prima di tutto un fenomeno editoriale”. Ma già nel 2002 il numero di adepti era raddoppiato. Si tratta di un fenomeno in crescita, ma rimane difficile fare delle indagini sul tema: “In Italia c’è molta cautela sul neopaganesimo, non è facile trovare dei testimoni e ci sono ancora molti pregiudizi sugli wiccan. Viviamo in una società che è ancora lontana dall’essere multireligiosa”.

Una difficoltà che, secondo il sacerdote, è dovuta alla massiccia presenza della Chiesa cattolica, che si oppone al riconoscimento di altre religioni, specialmente quelle pagane: “Ai cattolici serve far numero, anche per ricevere l’8 per mille. Quindi nelle loro stime considerano cristiani non praticanti tutti i battezzati. Ma se glielo chiedessero, quei battezzati risponderebbero che non sono cristiani”. Davide Marrè dirige anche l’unica rivista wicca del panorama italiano. Si chiama Athame ed è principalmente una testata online, con un’edizione cartacea annuale. Pubblica saggi di filosofia neopagana, articoli sui principi della wicca e anche traduzioni di testi stranieri. Il nome “Athame” richiama uno degli oggetti più importanti della stregoneria moderna: si tratta di un pugnale rituale che viene utilizzato durante gli incantesimi per dirigere i flussi di energia. La consacrazione di un athame prevede che venga sotterrato per settantadue ore e non deve mai essere usato per tagliare o incidere qualcosa, non va mostrato in pubblico e non deve essere toccato da estranei.

L’athame è solo uno dei tanti strumenti della Wicca: l’armamentario di una strega è molto vario, e dipende anche dalla tradizione a cui sente di appartenere. Ci possono essere la coppa, l’incensiere, un altro coltello detto bolline, la bacchetta, le corde, la frusta, il libro delle ombre, le candele e l’altare, dove spesso sono presenti delle rappresentazioni degli dei. Il simbolo più famoso della wicca è però il pentacolo, spesso iscritto in un cerchio: le cinque punte del pentagramma rappresentano i quattro elementi (aria, acqua, fuoco e terra) più lo spirito. Ma non va confuso con il pentacolo rovesciato, più caro ai satanisti, con cui la magia buona delle streghe e degli stregoni moderni non ha nulla a che fare.

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