Avevano le braccia in alto, il libro stretto in una mano, e con tutta la voce in gola urlavano “Io non ho finito“. C’erano più di seimila fan ieri pomeriggio accalcati sotto il palco del Padiglione 22 alla Fiera internazionale del libro per ragazzi di Bologna. Erano lì, alcuni fin dal mattino, per salutare, ringraziare, travolgere in un’onda di grida d’affetto, il cantante milanese Niccolò Agliardi, la sua band The Hills, alcuni attori del cast dei Braccialetti rossi, la fiction di RaiUno (prodotta dalla Palomar) che da gennaio a marzo ha sbaragliato gli ascolti, e Albert Espinosa, l’autore catalano del libro a cui si è ispirata la serie. Il weekend che scalda i motori della fiera (al via da domani fino al 2 aprile) non poteva partire meglio di così. “Io non ho finito, perchè ho sete ancora. Io non ho finito, fuori è primavera”: in coro, gli adolescenti con gli occhi sgranati, lucidi, e i corpi agitati, i bambini in groppa ai papà, tantissime mamme, scandivano le parole della colonna sonora della fiction.

Carmine Buschini (18 anni), Brando Pacitto (19 anni) e Mirko Trovato (16 anni), tre dei protagonisti, hanno autografato centinaia di copie del libro “Il mondo di braccialetti rossi” (Salani). Un racconto della vita reale e di quella sul set dei giovani attori, del regista Giacomo Campiotti, con la testimonianza di Espinosa, che ha vissuto sulla sua pelle la storia narrata negli episodi. Nato nel 1973 a Barcellona, ha trascorso dieci anni fuori e dentro l’ospedale. A 13 anni gli hanno amputato una gamba a causa di un osteosarcoma. Pieno di metastasi a 16 anni gli hanno esportato un polmone e a 18 parte del fegato. Una lotta per la vita superata con la forza dell’amicizia, quella di un gruppo di pazienti ricoverati insieme a lui. E l’aiuto della scrittura, che gli ha permesso di fare esplodere tutto il suo dolore, e di rinascere ogni volta più forte di prima. Il tumore, la morte, il coma, la bulimia nelle corsie di un ospedale per bambini. Tabù che la Rai ha finalmente rotto. La sofferenza affrontata con la solidarietà dei coetanei e degli adulti, e con la voglia di andare avanti nonostante tutto. Scoprire che “il buio non è il vuoto“, recita il brano “Ci sono anch’io”, nella compilation dei braccialetti. Un messaggio che colpisce le nostre corde più intime. Che ha tenuto incollati i giovanissimi al piccolo schermo. Che ha trasformato in eroe chi sconfigge la malattia, chi è senza i capelli per la chemioterapia, chi torna a mangiare dopo avere rifiutato il cibo per un nodo irrisolto con i genitori. L’epopea del gruppo, questo è il successo della miniserie. Che invece non ha avuto in America, dove ad acquistare i diritti del format originale è stato Spielberg.

Dietro una grande storia c’è una grande scrittura. Ma anche grandi disegni. Per la prima volta in assoluto la Fiera di Bologna, giunta alla 52esima edizione, apre al pubblico la mostra degli illustratori: oltre 300 opere provenienti da 60 Paesi del mondo e selezionate da una giuria di esperti. Raffigurano bambini, boschi incantati, orsi e civette. Linee e colori che detteranno le future tendenze dell’illustrazione mondiale. Non solo e-book dunque. Perchè nel mercato del libro per bambini e ragazzi tradizione e modernità si mescolano. Non sarebbe lei la regina indiscussa della kermesse: Alice nel Paese delle meraviglie, 150 anni nel 2015, un “non compleanno” festeggiato con tantissime iniziative. Come la mostra “Alice nei libri” con le più belle edizioni del capolavoro di Lewis Carroll. Inossidabile. Tant’è che Rizzoli ha deciso di pubblicare l’ennesima versione, illustrata da Rebecca Dautremer.

L’ultima frontiera dell’editoria digitale invece sono i contenuti interattivi: i piccoli lettori partecipano alla creazione della trama. Gli universi e i personaggi che li abitano rimangono quelli del passato. Come il bruco di Eric Carle che il bambino aiuta a crescere in ogni fase della sua vita grazie a un’app, My very hungry Caterpillar, realizzata in Irlanda, vincitrice del premio Bologna ragazzi digital award 2015. Carta e tablet, un mix che funziona. In Italia il mercato dei libri per bambini non ha subíto lo tsunami della crisi. Secondo i dati Nielsen, nel 2014 ha aumentato il fatturato del 5,7 per cento e il numero delle copie vendute del 2,7 per cento. Fantasia e attualità. Per avvicinare i più piccoli all’Expo è stata organizzata una mostra, gratuita, “Books and Seeds/Libri e semi“, una scelta di oltre cento testi che riguardano l’alimentazione e la biodiversità. La “Libreria internazionale”, invece, offre un percorso di temi per ogni lettera dell’alfabeto. A sta per Artivity, area per i libri che invitano i bambini alle attività creative. La lettera B sta per Best: una sezione dedicata ai libri premiati. C come Cina: per la prima volta il Paese avrà uno scaffale tutto per sè. D come disabilità. E così via. Poi tanti laboratori. Per esempio quello di Svjetlan Junakovic, famoso illustratore dalla Croazia, paese ospite di quest’anno. Omaggiato con due mostre, “Aquamarine Selection” di 14 artisti croati contemporanei, e “Harbours and deep waters of childhood“, dedicata a 60 illustratori storici di quella terra.

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