I cortometraggi sono arrivati da Brasile, Austria, Spagna, Regno Unito e Italia; i moderatori e i formatori degli incontri appartengono a enti e organizzazioni come La Sapienza di Roma, la Rai, le Nazioni Unite, la Scuola Nazionale di Cinema – Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, il Giffoni Film Festival e l’organizzazione ActionAid Italia; il premio assegnato ai vincitori nelle tre categorie (filmmaker indipendenti e professionisti, scuole nazionali e scuole campane) è un viaggio a New York, non per una vacanza, ma per godersi la proiezione della propria opera al Festival Plural+ di Alliance of Civilization/Nazioni Unite a dicembre 2015. Questo, molto brevemente, è quanto successo dal 22 al 25 marzo 2015 in YouFilmakerFestival internazionale del corto giovanile, promosso e organizzato da Mentoring Usa– Italia e sostenuto dalla Regione Campania, nell’ambito del Por Fesr 2007-2013.

La prima edizione del festival internazionale che si è tenuto a Napoli e che ha dedicato un’intera giornata alla ‘Media Education’: otto corti prodotti nelle scuole attraverso laboratori di scrittura, produzione, montaggio e post-produzione audiovisiva. Otto percorsi partiti con la scelta di un tema sociale (razzismo, bullismo, emarginazione, integrazione, diversità di genere) e proseguiti con le idee dei ragazzi che si sono trasformate in un breve film grazie al linguaggio cinematografico. I corti ci raccontano cosa pensano i ragazzi della pace, come vedono il fenomeno della migrazione, come vivono e affrontano la diversità culturale. Un Paese raccontato da un punto di vista molto interessante ma che nei fatti sembra essere sempre più sottovalutato dai media con la “M” maiuscola.

Nonostante il respiro internazionale e gli enti scelti a garantire la qualità dei film, la sorte toccata al YouFilmaker è la stessa di altri grandi festival (grandi ormai per le edizioni messe alle spalle e per numero e provenienza dei partecipanti): visibilità mediatica praticamente nulla. A cosa è dovuta questa scarsa attenzione? Nello specifico, la tendenza degli addetti ai lavori a indirizzare i ragazzi verso idee ‘politicamente corrette a tutti i costi’, con il risultato di avere dei video in alcuni casi troppo sdolcinati, ha ridotto l’appeal mediatico dei prodotti realizzati. In generale, però, riteniamo che l’atavica disattenzione verso i giovani da parte di tutte le istituzioni, paradossalmente anche di quelle scolastiche, sia molto più influente.

A conferma di ciò, basta vedere le ultime riforme dell’istruzione, poco incentrare sull’alunno e molto sugli interessi (soprattutto economici) che ruotano intorno al mondo scuola. Infine, crediamo che ribadire ancora “i ragazzi sono il nostro futuro” è l’errore più grosso che un Paese possa fare perché nei fatti equivale a dire: “quello che pensi ora non mi interessa, ne riparliamo quando potrai votare”. Invece i ragazzi sono il presente e i corti di Youfilmaker ne sono la testimonianza più vivida. Tra prodotti di ottima fattura ed altri più naïve, emergono paure e insicurezze ma anche esigenze e punti di vista davvero peculiari che in pochi si occupano di raccogliere.

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