Andreas Guenter Lubitz. E’ il copilota dell’aereo della Germanwings che si è schiantato sulle montagne dell’Alta Provenza. Secondo le autorità l’uomo, 27 anni, ha volontariamente fatto schiantare il velivolo, dopo aver chiuso il comandante, Patrick Sonderheimer, fuori dalla cabina di pilotaggio. Chi era Andreas Lubitz?

Viveva a Montabaur, paesino da 12 mila abitanti nella Renania Palatinato, regione dell’ovest della Germania. Secondo quanto hanno riferito alcune fonti a EFE, il 27enne con la passione dell’aria, la cui carriera era iniziata con gli alianti, aveva 630 ore di volo all’attivo e aveva iniziato a lavorare per Germanwings a settembre 2013. La sindaca di Montabaur, Gabriele Wieland, ha spiegato all’agenzia di stampa tedesca Dpa che il giovane aveva vissuto con i genitori e aveva anche un appartamento a Düsseldorf, città dove era diretto il volo precipitato martedì.

Dai controlli fatti dalla polizia e dai servizi di intelligence tedeschi sul 27enne non è emerso “nulla fuori dall’ordinario”, ha reso noto il ministro dell’Interno tedesco, Thomas de Maiziere, precisando che nulla di sospetto è emerso neanche nei controlli fatti dalla Lufthansa. “Abbiamo controllato anche il resto dell’equipaggio e dei passeggeri per verificare l’eventuale presenza di segnali di terrorismo o altre preoccupazioni relative alla sicurezza, ma i controlli sono stati tutti negativi”, ha detto ancora il ministro. Il ragazzo aveva “superato tutti i test medici, ma anche tutti i test psicologici, era atto al volo, al cento per cento”. Lo ha detto Carsten Spohr, amministratore delegato di Deutsche Lufthansa, nel corso di una conferenza stampa a Colonia: “Non siamo a conoscenza di niente che potesse portare il copilota a un’azione così terribile”.

Lubitz aveva iniziato l’addestramento nel 2008 e sei anni fa l’ha interrotto per un periodo piuttosto lungo, ha detto ancora Spohr. Dopo l’abilitazione al volo, il giovane aveva lavorato per 11 mesi come steward prima di prendere servizio in cabina di pilotaggio. Anche questo non è inusuale, ha aggiunto l’amministratore delegato di Lufthansa. Entrambi i piloti in cabina avevano passato tutte le prove, normalmente: avevano fatto l’addestramento a Brema e poi negli Usa, a Phoenix.

Secondo il sito del quotidiano tedesco Faz, Lubitz aveva sospeso il suo addestramento come pilota per ”una sindrome da burnout, una depressione”, scrive il quotidiano citando la madre di un’amica d’infanzia, con cui cui il 27enne si sarebbe confidato in passato.

Negli Stati Uniti Lubitz era considerato un pilota dalle ottime qualità. Nel settembre 2013 la Federal Aviation Administration, l’agenzia del Dipartimento dei Trasporti statunitense incaricata di regolare e sovrintendere a ogni aspetto riguardante l’aviazione civile, aveva incluso il suo nome nel FAA Airmen Certification Database, prestigioso riconoscimento riservato ai piloti civili che hanno raggiunto o superato gli standard istituiti dalla FAA, tra i più elevati al mondo.  In merito al riconoscimento, la Aviation Business Gazette scrive: “La certificazione Faa può fare la differenza tra un volo sicuro e un volo che finisce in tragedia”.

Secondo Brice Robin, procuratore che si occupa dell’indagine sullo schianto aereo, l’uomo aveva “all’attivo qualche centinaio di ore di volo su questo tipo di velivolo”, l’Airbus 320. L’uomo, ha aggiunto, era in grado di pilotare tranquillamente l’Airbus A320, anche da solo. Il comandante dell’aereo Patrick Sonderheimer, originario di Dusseldorf e padre di due figli, ha riferito il procuratore, aveva invece circa “10mila ore di volo all’attivo”.

“Andreas è morto come primo ufficiale di servizio nella catastrofe aerea”, aveva scritto su internet il club di sport di aereo di Montabaur, l’Lsc Westerwald, di cui era membro, dopo aver saputo la notizia dell’incidente martedì scorso. “Aveva compiuto il suo sogno di volare, un sogno che ora ha pagato caro con la vita”, hanno scritto i suoi compagni di club. “Aveva iniziato come pilota di alianti e ha finito per diventare un pilota di Airbus”, hanno poi aggiunto.

I parenti di Lubitz sono arrivati in Francia e si troverebbero in una località riservata separati dai familiari degli altri passeggeri. Nella zona della tragedia aerea, sempre secondo quanto riferiscono alcuni media locali, ci sono anche i parenti del pilota dell’aereo precipitato, Patrick Sonderheimer, anche lui tedesco.

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