Africani di merda”. Cori razzisti durante e dopo la partita di calcio di Terza Categoria che si doveva disputare sabato tra la Vigor Paravati (Vibo Valentia) e il Koa Bosco Rosarno (Reggio Calabria), la squadra di calcio calabrese formata esclusivamente dai migranti che lavorano nei campi come raccoglitori di arance. Dopo un fallo e la reazione di un calciatore africano, l’arbitro aveva sospeso la partita al 30° minuto del primo tempo. C’è stata, quindi, la reazione dei tifosi della Vigor Paravati che hanno atteso gli extracomunitari del Koa Bosco all’uscita dello stadio intonando cori razzisti nei confronti dei migranti che, fino alla settimana scorsa erano primi in classifica a tre partite dalla fine del campionato. “Non è la prima volta che succede – spiega il capitano della squadra di Rosarno che da due anni vive in un container e viene sfruttato nei campi –. Ci hanno chiamati ‘neri di merda, africani andate a raccogliere le arance‘. Devono capire che il calcio non conosce colore. Chi è più bravo deve vincere”. Molti dei suoi compagni sono mussulmani come il portiere senegalese: “Hanno offeso mia madre che è morta, ma anche Allah e Maometto. Questo non è giusto”. “Una cosa è quello che succede in campo e per questo c’è la giustizia sportiva – spiega l’allenatore Domenico Mammoliti –. Ma che c’entrano i cori razzisti?”  di Lucio Musolino

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