Strali e insulti a profusione quelli pronunciati dalla deputata di Forza Italia, Alessandra Mussolini, durante il suo intervento al convegno “Primavera italiana-Centrodestra, riprendiamoci il futuro”, tenutosi a Roma sabato scorso. L’invettiva è balzata agli onori delle cronache politiche per le parole al vetriolo contro il capogruppo Ncd Nunzia De Girolamo e per le reazioni bipartisan delle colleghe su twitter: commenti in solidarietà all’alfaniana, a cui ieri la Mussolini ha replicato a ritmo febbricitante e serrato. Su tutti spicca la risposta a Mara Carfagna, alla quale l’eurodeputata forzista ha twittato: “Brava, poi ti dico in privato cosa dice di te la De Girolamo”. Il tweet poche ore dopo è stato rimosso dalla stessa europarlamentare. Il monologo ‘incendiario’ della Mussolini si è svolto per crescente accumulazione di improperi indiscriminati, nell’intento di difendere Silvio Berlusconi dai “traditori” e dagli “incoerenti”. Si spazia allora dal “dentice”, epiteto affibbiato al ministro Lorenzin, al “brutto, miracolato e faccia da geco”, appellativo riservato ad Angelino Alfano. Nella filippica contro il Ncd, non viene risparmiato neppure Renato Schifani: “E’ un altro miracolato, prima stava ‘culo e cucchiara’ con Berlusconi e adesso lo ha lasciato, perché sono diventati tutti statisti”. Improperi anche contro il pm Ilda Boccassini, tra gli applausi scroscianti degli spettatori, alcuni dei quali addirittura si sono alzati in piedi: “Un’altra volta questa Ruby con ‘sti capelli lunghi e le olgettine. Basta, non se ne può più! Berlusconi è un tipo generoso. C’è la Boccassini che è un maniaco sessuale“. Moniti pepati anche per il leader della Lega, Matteo Salvini: “Abbassa le penne” – dichiara l’europarlamentare – “voglio vedere che fai in Veneto, ora che Tosi se n’è andato. E basta con questo Salvini. Quant’è brutto con quell’orecchino, è sgradevole. E’ un LGBT. E’ un bugiardo, voglio vedere se canterà l’inno di Mameli con quell’orecchino”. Non è gradito esteticamente neanche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, “quella faccia brutta e abboffato di cooperative rosse”. Il resto del monologo della Mussolini rientra nei canoni tipici della vulgata di destra: dardi contro gli omosessuali, gli immigrati e la politica dell’Unione Europea. L’epilogo poi si concretizza in un grido inneggiante al Cavaliere: “Viva Berlusconi, viva Forza Italia”. Ed è standing ovation in sala di Gisella Ruccia

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