Un attico a Roma con vista su Piazza Navona, una casa a Milano dietro via Montenapoleone “vista Madonnina”, un’abitazione fiorentina dal valore di 1,3 milioni di euro, una tenuta a Montepulciano (Siena) e una villa, sempre a Firenze, dal valore “incalcolabile”. E’ questo l’”impero immobiliare” messo su da Stefano Perotti, recentemente arrestato per l’inchiesta fiorentina sulle Grandi Opere, che ha poi portato alle dimissioni il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. Anche se molti di questi beni sono intestati alla moglie di Perotti, Christine Mor, gli inquirenti scrivono: “Non emerge in alcun modo che Mor svolga attività idonea a produrre redditi significativi. E’ l’attività di Perotti l’unica in grado di consentire l’accumulo di capitali”. E poi specificano: “Attività intrisa di reati contro la Pubblica amministrazione”. Philippe Perotti, che risulta tra gli indagati, raggiunto nella sua abitazione fiorentina, non commenta l’accaduto. I vicini, svegliati pochi giorni fa dai Carabinieri che lo cercavano, ne parlano come un qualsiasi condomino. Dei Perotti a Roma invece si parla come persone “abbienti”. “Abbiamo fatto una riunione di condominio a casa loro – spiega una vicina di casa, che chiosa – un appartamento bellissimo, però se l’ha fatto grazie a illeciti, ce li restituisca” di Max Brod, Irene Buscemi, Francesca Martelli

Aggiornamento – 14 dicembre 2021
In data 23 settembre 2016 il gip presso il Tribunale di Firenze ha disposto l’archiviazione del procedimento nei confronti di Stefano Perotti, Corinne Perotti, Philippe Perotti, Christine Mor ed altri.

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