Papa Francesco a Scampia. E’ ancora una volta una visita carica di simboli e significati quella all’ombra del Vesuvio, a Pompei e a Napoli, nella sua ottava visita pastorale in Italia, che ancora una volta privilegia le realtà del Mezzogiorno. Una visita densa di appuntamenti e di significati, con una nuova dimostrazione del Pontefice argentino di vicinanza alle fasce più emarginate della società, come i giovani disoccupati, i detenuti, tra cui anche dei transessuali, gli ammalati e i disabili.

La giornata è iniziata alle 8 a Pompei, dove il Papa è atterrato in elicottero per raccogliersi in preghiera nel santuario mariano davanti alla venerata immagine della Vergine del Rosario. Migliaia di persone si sono raccolte davanti alla Basilica della Madonna. Nella Basilica oltre 2mila persone che si sono raccolte in preghiera con il pontefice. “Grazie tante per questa calorosa accoglienza. Abbiamo pregato tutti la Madonna perché ci benedica tutti, voi, me, tutto il mondo. Ne abbiamo bisogno, perché la Madonna custodisca tante cose. Pregate per me” ha detto Bergoglio salutando la folla davanti al santuario di Pompei. Dopo aver recitato un’Ave Maria con i fedeli, papa Francesco si è congedato dicendo: “Arrivederci a presto”.

Subito dopo è stata la volta di Scampia, difficile e degradato quartiere della periferia nord di Napoli, dove è stato accolto dall’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, dal presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, dal prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, e dal sindaco della Città, Luigi De Magistris, che gli ha consegnato le chiavi della città. In auto il Papa ha raggiunto piazza Giovanni Paolo II dove ha incontrato la popolazione del rione Scampia e diverse categorie sociali in rappresentanza del mondo della cultura, della legalità, dei professionisti, del mondo del lavoro, degli emarginati e dei migranti. Un selfie con il Papa e un abbraccio. Francesco, prima di salire sul palco, è stato circondato affettuosamente da diversi ragazzi. Tanta l’emozione in piazza tra i fedeli, soprattutto quelli più vicini al Pontefice.

Papa Francesco ha iniziato la sua visita a Napoli proprio dal quartiere in cui, nel 1990, papa Giovanni Paolo II, iniziò la sua visita nella diocesi di Napoli, accolto dall’allora arcivescovo, Michele Giordano. Allora il papa santo oltre a Napoli si recò anche a Torre del Greco, Pozzuoli, Nocera Inferiore, Pagani, Aversa, Trentola-Ducenta e Casapesenna. Nel corso degli anni Scampia è diventata un luogo simbolo della chiesa impegnata in prima linea. Nel luglio del 2006 l’attuale arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, ha fatto l’ingresso in città visitando proprio il quartiere di Scampia. Arrivato a Scampia Papa Francesco è sceso dalla Papa-mobile per incontrare e dare conforto a una mamma con in braccio il figlio malato che gli è andata incontro. Il Papa ha consolato la donna in lacrime e le ha donato un rosario. Subito dopo Papa Francesco è stato circondato dai bambini, molti dei quali si scattano una foto con lui. “Buoni, buoni”, ha detto scherzando il Papa ai piccoli più “scatenati”.

Una giovane immigrata delle Filippine, un lavoratore e il presidente della Corte d’Appello di Napoli, Antonio Buonajuto, hanno rivolto tre brevi indirizzi di saluto al Papa. “Il rispetto della legge – ha detto l’alto magistrato – è continuamente offeso dalla corruzione pubblica e privata”. Il lavoratore, invece, ha lamentato la disperazione di quanti un lavoro non lo hanno mentre la giovane immigrata ha parlato della condizione difficile di quanti vengono da terre lontane.

Ora sarà in programma l’attraversamento delle vie del centro in “papamobile” per arrivare, in Piazza del Plebiscito, alla messa solenne prevista per le 11. Alle 13 è invece in programma la visita al carcere di Poggioreale, dove Francesco sarà a pranzo con una rappresentanza dei detenuti, tra cui dieci transessuali. Dopo la sosta al vescovado, il Pontefice alle 15.00 sarà in Duomo per l’incontro con il clero e la venerazione delle reliquie di San Gennaro: e forte è l’attesa se si ripeterà il prodigio della liquefazione del sangue, come invece non avvenne con i due precedenti Pontefici, Giovanni Paolo II nel 1979 e Benedetto XVI nel 2007. Subito dopo, alle 16.15, Francesco incontrerà ammalati e disabili nella basilica del Gesù Nuovo, retta di suoi confratelli Gesuiti. Ultimo appuntamento, quello con i giovani e i fedeli della diocesi alla Rotonda Diaz, sul Lungomare Caracciolo, rispondendo anche alle domande di un ragazzo, di un’anziana e di una giovane coppia. Dalla vicina Stazione Marittima, infine, la partenza in elicottero alle 18.15 per fare rientro in Vaticano.

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