Lo spettro dell’intervento militare sul fronte aperto dal terrorismo jihadista si agita sempre più nell’agitato scacchiere meridionale. Con l’ipotesi di una spedizione italiana che potrebbe comportare impegni economici elevatissimi. Ma c’è anche un altro fronte sul quale il nostro Paese sta spendendo tantissimo e da molti anni. Quello delle missioni internazionali che ci vedono impegnati in tante parti del globo. C’è stata la Bosnia, l’Albania, il Kosovo e la Macedonia, solo per restare ai paesi dell’ex Jugoslavia. Ma anche il Medioriente: dal Libano all’Iraq passando per l’Afghanistan. E non poteva mancare naturalmente neppure l’Africa: Somalia, Libia, Sudan e Ciad, giusto per citare qualche caso. Dal 2004 al 2015 sono state in tutto 31, molte tuttora in corso, le missioni che hanno visto l’Italia impegnata in vari teatri. E che, finora, sono costate ben 13 miliardi 365 milioni di euro (vedere grafici in basso).

MILIARDO PER MILIARDO Una cifra documentata dal dossier del Servizio Studi (dipartimento difesa) della Camera dei deputati, che ha raccolto i dati relativi agli oneri finanziari sostenuti «come riportati dalla Relazione della Corte dei Conti sul rendiconto generale dello Stato», anno per anno nel periodo 2004-2014, e «nelle autorizzazioni di spesa disposte» per decreto per il 2015 limitatamente al periodo 1° gennaio-30 settembre. Una spesa che viaggia, insomma, ad una media di oltre un miliardo l’anno, come dimostra la serie storica: 1,114 miliardi nel 2004, 1,143 nel 2005, 941 milioni nel 2006, 966 milioni nel 2007, 1,023 miliardi nel 2008, 1,348 miliardi nel 2009, 1,534 miliardi (il picco massimo) nel 2010, 1,367 miliardi nel 2011, 1,280 miliardi nel 2012, 1,080 miliardi nel 2013, 935 milioni nel 2014 e 634 nel 2015 (copertura fino al 30 settembre). Il dossier dedica, inoltre, un approfondimento specifico degli oneri finanziari sostenuti per l’Afghanistan, dove le nostre forze armate hanno partecipato a due missioni: Isaf, costata 5,292 miliardi di euro dal 2002 al 2015, e Enduring, per 582 milioni dal 2001 al 2006.

ITALIANI NEL MONDO  Ad oggi, l’Italia è presente, stando al dossier del Servizio Studi di Montecitorio, con 5 unità di personale militare in Bosnia; 542 in Kosovo; 355 nel Mediterraneo orientale impegnate nella missione Active Endeavour (operazione militare navale della Nato per prevenire movimenti di terroristi o traffico di armi di distruzione di massa e per la sicurezza della navigazione). Ancora, altre 4 unità sono presenti a Cipro; 4 in Georgia; 100 nella missione Nato “Baltic Air Policing”; 29 nell’area di Israele-Gaza, di cui 28 ad Hebron ed una nella missione Eu Bam Rafah (assistenza delle Autorità palestinesi nella gestione del valico confinario di Rafah nella Striscia di Gaza); 525 in Medioriente (missione di peacekeeping Untso promossa dalle Nazioni Unite); 1.125 in Libano; 630 in Afghanistan con compiti di formazione della polizia locale e altre 99 di supporto. E non è ancora finita: 585 unità militari risultano dislocate nell’Oceano indiano (missione Eu Navfor Atalanta) per prevenire azioni di pirateria lungo le coste del Corno d’Africa; 256 in Somalia; 30 in Libia; 27 in Niger-Mali-Sahel; 17 nella Repubblica Centroafricana; 3 in Mozambico. Totale dei militari impegnati nel 2015: 4.336 unità. Nel periodo 2004-2015, il picco massimo si è raggiunto nel 2005 con 10.661 uomini dislocati sul campo.

 

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Twitter: @Antonio_Pitoni

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