La faccenda inizia con chi si oppone al fatto che l’omofobia sia considerata movente di discriminazione, bullismo, nelle scuole o tra adulti. C’è chi vuole avere la libertà di dire che un gay è malato e una trans coltiva perversioni. Tutta brutta gente da tenere a distanza perché potrebbe nuocere ai bambini. La campagna, da parte di varie organizzazioni cattoliche, è talmente massiccia da fare impallidire gli islamisti che parlano di impiccagioni ai froci. Non va bene formare gli insegnanti con appositi corsi che insegnino cos’è l’educazione al rispetto dei generi. Non va bene insegnare agli insegnanti a non sottovalutare segnali di bullismo: quando si insulta un bimbo perché è sovrappeso, disabile, o perché ritiene di essere altro rispetto a quel che il riflesso del corpo gli dice di sé.

Cosa c’è di male a fare in modo che i figli non picchino altri figli, che i bambini imparino a rispettarsi gli uni con gli altri? Non è forse il cattolicesimo che dovrebbe insegnare la tolleranza? E dove sono questi cattolici tolleranti se io vedo persone che si definiscono tali e che ultimamente sputano su chiunque sia diverso da loro? Dove sono questi genitori pietosi e caritatevoli, che difendono il sacro valore della famiglia, se poi se ne fregano del destino di bambini che vanno tutelati? E perché mai un genitore di un figlio gay o lesbica o con disforia di genere, non dovrebbe ottenere che gli insegnanti facciano di tutto purché quel figlio non soffra mai di alcuna discriminazione?

Ma cosa siete diventati, voi, che brandite la croce per giustificare il vostro razzismo e la vostra omotransfobia. Cosa siete diventati voi che volete rinchiudere in un ghetto i figli dei musulmani e quelli che hanno genitori omosessuali o che si riconoscono in identità diverse? Cosa vorreste, in questa nuova stagione di apartheid, da chi paga le tasse per popolare le stesse scuole che attraversano i figli dei cattolici? Il vostro Cristo appeso al muro di una classe non rappresenta tutti. Io l’ho dovuto sopportare, per esempio, ho dovuto pregare, in ginocchio, un Dio nel quale non credo e ho dovuto fare inchini, partecipare a riti, confessioni di peccati che non consideravo tali, sposalizi con Gesù che mi sarebbe stato bene solo in carne ed ossa. E perché mai la gente come me, e tanti figli che vengono cresciuti secondo valori differenti, devono essere destinati a nuovi campi (scolastici) di concentramento? E poi che altro ci riserverà il futuro? Quale moderna camera a gas potrà saziare il vostro appetito discriminatorio?

E per finire, dopo aver letto un sacco di idiozie, a partire da chi immagina che parlare di rispetto dei generi a scuola significhi far masturbare in classe i bimbi, o insegnargli a usare i preservativi, o, addirittura, a indossare un tanga, tutti pensieri che spiegano quanto morbosa sia l’immaginazione di chi li pronuncia piuttosto che di chi vi si oppone, leggo ora di un altro scandalo che affliggerebbe la nostra scuola pubblica.

Alcuni bimbi, con l’accordo dei genitori, si sono scambiati i vestiti, per gioco. I bambini diventavano streghe e le bambine diventavano cavalieri. Tutto nell’ambito di un progetto che si chiama “Il gioco del rispetto” secondo il quale i bambini possono immaginare le professioni che vorranno svolgere da grandi, a prescindere dal loro sesso. Che male c’è a rappresentare la realtà immaginando una inversione di ruoli? Dove sta lo scandalo? Allora, mi rivolgo soprattutto alle giovani donne e ai giovani uomini, a chi ritiene di averne piene le scatole di ruoli imposti, le donne a fare alcune cose e gli uomini altre, mi rivolgo a chi pensa che il genere è un costrutto culturale, che la biologia non spiega il perché le donne debbano pulire casa e gli uomini andare in miniera. Non è più così che va il mondo, e questo progresso coincide con un vantaggio che vale per tutti. Non siete forse voi, uomini, che dite di voler essere più vicini affettivamente ai figli? E come pretendereste di poter assumere un ruolo che è sempre stato assegnato alle madri se non combattete contro gli stereotipi sessisti? Non siete voi, signore, che dite di averne abbastanza di fare figli, di svolgere ruoli di cura? E come vorreste condividere le mansioni che normalmente vi vengono assegnate se non si parla di una nuova cultura che riconosce come interscambiabili i ruoli delle persone?

Allora ditemi: è un progresso o un regresso il fatto che figure politiche di destra si oppongano al capovolgimento e alla decostruzione di stereotipi che addomesticano bambini e bambine per farli crescere a misura di una ideologica integralista e conservatrice? Perché mai le bambine devono ancora essere costrette a giocare con materiale rosa, genderizzato, e i bimbi devono essere sommersi da materiale azzurro? E se una bambina volesse diventare un cavaliere e un bambino volesse diventare una strega, sul serio, voi, genitori, potreste impedirglielo?

La verità è che questa balla della teoria gender, diffusa a piene mani da chi vuole seminare paura nei confronti di chi pensa in modo diverso, è diventato un pretesto per fare politica perfino usando quel che succede negli asili, che per alcuni dovrebbero essere frequentati soltanto da bimbi “italiani”, “etero” e “cattolici”. Io so per certo che l’imposizione ideologia che riguarda le scuole ha un’ispirazione certa, che arriva dal ventennio. Ma i bimbi non possono più essere educati con una Bibbia in una mano e il Mein Kampf nell’altra. E’ il 2015, maledizione, e dovreste svegliarvi. Rassegnatevi e andate oltre, perché il mondo non si ferma solo perché voi siete rimasti indietro.

Articolo Precedente

Cohousing per anziani: vivere insieme e più a lungo

next
Articolo Successivo

Capracotta, “neve da record”. Paesino del Molise fa il giro del mondo sui media

next