Ai tempi della giunta di Pietro Vignali, che a Parma lasciò in eredità 800 milioni di euro di debiti e l’inchiesta Public Money, Gianluca Broglia era assessore al Bilancio. E ora, a Modena, potrebbe essere nominato revisore dei conti. Ha suscitato più di qualche imbarazzo per l’amministrazione comunale della città della Ghirlandina l’esito del sorteggio per nominare i tre nuovi revisori dei conti del Comune, scelti a sorte, come prevede la normativa, da una lista di nominativi forniti dal ministero dell’Interno, garante la prefettura. A essere estratto dal sistema informatico del ministero, infatti, è stato Broglia, che a Parma fu prima revisore dei conti e poi, appunto, assessore tra il 2009 e il 2011. Erano gli anni di Vignali sindaco, delle inchieste giudiziarie che portarono a 15 arresti (4 nel 2010 e 11 per tangenti nel 2011) e dei debiti da centinaia di milioni di euro. Tanto che il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, invece di lasciar votare al consiglio comunale la delibera che ratifica la nomina dei tre nuovi funzionari, ha rinviato tutto a data da destinarsi, spiegando in aula “che occorre valutare più a fondo oltre il sorteggio, per essere sicuri della legalità e dei requisiti di legge. E’ necessario un supplemento di istruttoria, per fare un buon servizio ai cittadini”.

Per com’è la nuova normativa, in realtà, strade non ce ne sono. La legge 148/2011, infatti, prevede che i revisori dei conti non siano più nominati dall’amministrazione comunale (su proposta dei gruppi consiliari), ma che siano selezionati attraverso un’estrazione casuale da un elenco, all’interno del quale possono essere inseriti, su richiesta, tutti gli iscritti al registro dei revisori legali e all’ordine dei commercialisti. Al Comune, quindi, spetta solo il compito di ratificare quelle nomine, senza possibilità di appello. Tuttavia il sindaco Muzzarelli ha deciso di prendere tempo, rivolgendosi alla prefettura di Modena per chiedere una formale verifica sulla procedura. “Teoricamente – spiega Marco Bortolotti, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle ed ex candidato a sindaco di Modena – quello che è successo è regolare, cioè la nomina di un professionista che non ha avuto alcun riferimento con l’attività giudiziaria. Il problema è che bisogna valutare se quella nomina sia opportuna, ma in quel caso il discorso va esteso a tutto il meccanismo. Perché non è possibile che un consiglio comunale debba obbligatoriamente ratificare un incarico, e quindi un funzionario, su cui non ha alcuna voce in capitolo, come prevede la nuova normativa”. Ciò che andrebbe modificata, secondo Bortolotti, è la legge: “In certi casi non è possibile valutare solo la fedina penale e l’incompatibilità classica, ma bisogna fare delle verifiche per capire se la persona che si candida a un determinato incarico è adatta a ricoprirlo. Per questo la regola va modificata”.

Dello stesso parere anche il Partito democratico, secondo cui, spiega il capogruppo in consiglio Paolo Trande, “la procedura di nomina dei revisori dei conti è quantomeno atipica. Io sono d’accordo con l’idea di sottrarli alla logica maggioranza e minoranza, così che si scelgano professionisti indipendenti dalla politica per quell’incarico, tuttavia, per com’è la legge oggi, ciò che si chiede al consiglio è di ratificare una scelta che avviene in maniera casuale attraverso un sorteggio, pena l’omissione di atti d’ufficio. Nei margini di libertà di cui disponiamo, molto limitati, quindi, valuteremo la questione, perché non c’è dubbio che gli incarichi ricoperti da Broglia nella Parma dei debiti costituiscano un problema. Spero tuttavia che questa diventi anche l’occasione per ridiscutere della normativa, che tra l’altro amplia il bacino di selezione dei revisori, che un tempo erano scelti in provincia e oggi in tutta la regione, il che comporterà anche costi aggiuntivi legati alle trasferte”.

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