“Mia moglie ha chiesto la separazione; dice di non potersi più fidare di me, perché ho tradito la sua fiducia. Non era l’altra il problema, era il senso di solitudine che aveva provato”. Così ci disse un paziente nel gruppo di analisi che tengo in carcere con uomini condannati per reati sessuali. Nonostante gli approcci con una minore consenziente, che gli sta costando un po’ di anni di carcere, quel mio paziente è ancora innamorato di sua moglie, ma è convinto di non avere più chances con lei.

tradimento

In seguito a questa comunicazione, abbiamo cominciato a discutere nel gruppo di che cosa davvero alla fine risulta così insopportabile nel tradimento sessuale. Che cosa fa più male? “Che possa desiderare un altro”, “che io non abbia saputo niente, che mi abbia mentito”, “il dubbio che si sia innamorata”, “l’odio per l’altro”, “il sentirmi escluso dalla sua vita affettiva ”,“Io e mia moglie abbiamo deciso di dirci sempre tutto e di accettare che ognuno dei due possa avere rapporti occasionali con altre persone, ma questo non vuol dire che non faccia soffrire; ogni volta ho paura di perderla e so che per lei è la stessa cosa. Solo che diamo più importanza alla libertà individuale e poi…” “e poi? “E poi alla fine se lei desidera un altro è come se lo avesse fatto, io sono già fuori gioco, e allora tanto vale che succeda e che poi scelga di tornare da me”.

Giacomo era rimasto a lungo silenzioso poi dichiarò: “In fondo so che non va bene, ma se la mia donna offre anche solo affetto, interesse e attenzione a qualunque altro che non sia io, è come se mi togliesse qualcosa, come se ci fosse un serbatoio con dentro l’amore che può dare: se ne dà a qualcun altro, lo toglie a me”. “In fondo – osservò Pierluigi – ognuno soffre nel tradimento per la sua paura più grande: la competizione, la gelosia, la solitudine, il sentirsi escluso, il rischio dell’abbandono, un desiderio infantile di totalità.”

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