I poeti sono divertenti. Conosco Silvano Agosti da circa 15 anni, e tutte le volte che ci vediamo per me è un divertimento. Mi diverte il suo modo di vedere il mondo, dice che i gabbiani quando sorvolano il traffico di Roma si mettono a ridere, se sentite il verso del gabbiano sembra una risata, e ridono di noi, della nostra frenesia meccanica.
Piccole annotazioni liriche che se siete con Agosti si sprecano, gli basta posare il suo sguardo su qualcosa e viene fuori una nuova angolazione, un nuovo punto di vista che solo lui ha. Sempre in ambito di alati quando viene a Milano mi fa notare che i piccioni camminano “con le mani in tasca”.
E come mi sono divertito quella volta che in un parco di Roma mentre leccava un gelato mi ha detto sorridendo:”sulla mia lapide farò scrivere – torno subito-“. Ed è stato divertimento puro quando mi ha portato in motorino per Roma raccontandomi tra un semaforo e l’altro alcune sue esperienze d’amore ( io le chiamo “scopate” ma lui si arrabbia se dico così ).  Con questo film voglio invitarvi a cena, voi siete il terzo commensale, il punto di vista della videocamera.
Vi suggerisco il modo ideale di vederlo: con calma, il film dura circa 50 minuti, vi preparate anche voi qualcosa, magari un panino e una birra, e mangiate assieme a noi. Questo è solo un suggerimento.
Potrebbe sembrare noioso: una sola inquadratura e due amici che parlano, invece è un film molto divertente perché Silvano è un poeta. E i poeti sono divertenti. Silvano sostiene che anche io sono un poeta, ma per modestia preferisco considerarmi semplicemente un uomo affascinante, intelligente, spiritoso e geniale.
Aforisma del giorno:
“Vivi ogni giorno come se fosse un giorno qualsiasi,
è in un giorno qualsiasi che morirai, è in un giorno
qualsiasi che ti innamorerai, qualsiasi giorno è una
meraviglia, la meraviglia del “qualsiasi”.
Articolo Precedente

Luciano Canfora, ‘1914’: una chiacchierata radiofonica sulla Grande Guerra

next
Articolo Successivo

Bologna Ragazzi Digital Award, quando leggere diventa un gioco digitale: e la storia la ‘scrive’ il bambino

next