Una passeggiata guidata per ammirare quelli che, fino a poco tempo fa, sarebbero stati etichettati atti di vandalismo. Superato il pregiudizio, murales e graffiti hanno conquistato il titolo di opere d’arte, infrangendo il grigiore della quotidianità e trasformando gli spazi urbani in musei a cielo aperto.

Quartieri che diventano sale, muri trasformati in tele, panchine al posto di comodi divanetti. E come in tutti i musei che si rispettino, una guida esperta che racconta, spiega e interpreta il significato e la genesi delle colorate e multiformi espressioni artistiche urbane. Il tutto alla luce del sole. È questo il senso degli street art tour che, sull’esempio delle metropoli americane ed europee, sono da poco approdati anche in Italia. Un’occasione per conoscere la street art e osservare le città con occhi diversi, gli stessi degli writers che hanno manifestato la propria creatività sotto gli occhi di tutti, attirando l’attenzione sulla legalità, la salvaguardia degli spazi pubblici e sul concetto di arte, fruibile gratuitamente da tutti.

A Napoli, come a Milano, Torino, Bologna, Roma, Palermo e Genova. Il nostro viaggio parte da Napoli, dove Federica Belmonte, appassionata di graffiti, ha ideato Napoli Paint Stories, il tour turistico fra murales, stencil, slogan e poster di artisti internazionali e non come Banksy, C215, Zilda, Miedo, Cyop & Kaf eAlice Pasquini, per “raccontare la città attraverso i suoi muri” e “provocare riflessioni su un tipo di manifestazione artistica – e non – che racconta la nostra società”. Supportata dall’associazione culturale “400 ml”, che da anni si occupa di valorizzare il patrimonio culturale napoletano di arte urbana, ha avviato il ufficialmente il progetto il 7 febbraio scorso, grazie anche alla collaborazione dell’Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Napoli, che ha capito l’importanza di questa nuova forma di turismo.

Il più delle volte queste iniziative nascono spontaneamente senza incontrare il benestare e l’appoggio degli enti locali. Come a Torino, dove l’avventura dello Street Art Tour Torino è nata quasi un anno fa “dalla passione e dalla nostra voglia di promuovere questo tipo di arte, mettendoci tutto l’impegno possibile”, ci spiega Claudia De Giorgis dell’associazione “Il Cerchio E Le Gocce”, che da anni si occupa di attuare interventi atti a migliorare gli spazi urbani e le culture underground, la street art e il graffiti-writing. L’obiettivo è quello di raccontare l’evoluzione delle opere di strada e la storia degli artisti che le hanno realizzate, con un giro ludico, a piedi e in bicicletta, che coinvolge grandi e piccini, amanti e neofiti, tenuto da esperti, con la prospettiva di inaugurare laboratori e live performance e l’ambizione di entrare a far parte del più ampio e affermato circuito europeo.

E se i piedi sono il giusto mezzo per incontrare gli Arnold di Zibe e le creature di Microbo e Ozmo nel quartiere Isola di Milano, insieme ai ragazzi del WAAM tour, a Palermo, a Bologna e a Gaeta associazioni di ciclisti hanno optato per la bicicletta, organizzando giornate dedicate ad ammirare i graffiti sparsi per le città. A Bologna il tour dei murales si può fare anche in autonomia, grazie alla mappa BolognastreetartMAP, che chiunque può contribuire ad aggiornare con una foto geolocalizzata condivisa sui social con l’hastag #bolognastreetart.

In attesa che altre città italiane si organizzino per far mappare le opere che le contraddistinguono, come sta accadendo a Genova, a Roma operano da tempo organizzazioni come Not For Tourist Rome che puntano a far conoscere e vivere la capitale in modo alternativo, e istituzioni come MURo – Museo di Urban Art, che continua nella sua opera di integrazione sociale tra il tessuto urbano e i cittadini che lo abitano, sfruttando l’arte di strada e facendola conoscere, anche nelle scuole, per divulgare storie, memorie e identità di un territorio.

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