La ex sede Telecom di Bologna, il grande stabile di via Fioravanti occupato da oltre 280 persone, tra cui moltissimi minori, il 4 dicembre 2014 sarà sgomberato e sequestrato. A deciderlo è stato il tribunale del Riesame di Bologna, che ha accolto la richiesta di sequestro preventivo presentata dalla procura della Repubblica. L’edificio, 23 mila metri quadri di superficie, da tre mesi esatti è casa per decine di nuclei familiari, in gran parte di nazionalità straniera. Tutte persone che nei mesi precedenti avevano perso la loro casa di proprietà o erano stati sfrattati. L’occupazione era stata organizzata dalla rete Social log, un gruppo organizzato di persone che ha organizzato anche altre occupazioni in edifici disabitati della città, con l’esplicita obiettivo di volere combattere in questo modo l’emergenza abitativa in città.

L’ordinanza di sequestro, che apre le procedure per fare partire lo sgombero, arriva nell’ambito di un’inchiesta, al momento a carico di ignoti, per il reato di invasione di edifici aperta dalla pm Antonella Scandellari. L’11 febbraio scorso il giudice per le indagini preliminari aveva respinto la richiesta di sequestro sostenendo che si sarebbe semplicemente dovuto provvedere a uno sgombero, e che questo non era compito dell’autorità giudiziaria, ma della polizia o del sindaco. Ma la procura ha fatto ricorso sostenendo fra l’altro un “grave e incombente pericolo per l’incolumità delle persone”.

L’inchiesta era partita dopo la denuncia da parte della proprietà della ex-Telecom, una immobiliare tedesca. I proprietari del palazzo che si trova esattamente di fronte agli uffici del Comune di Bologna in piazza Liber Paradisus (e a 100 metri dall’ingresso della nuova stazione Tav), oltre a fare denuncia hanno spiegato i pericoli che potrebbero esserci dentro l’immobile, soprattutto vista la presenza di moltibambini: il pericolo di crolli di controsoffitti, la possibilità di cavi elettrici spogli perché mangiati dai roditori, la presenza di due enormi caldaie a gas metano e il non funzionamento dell’impianto antincendio. Secondo il tribunale del Riesame insomma ci sono tutti i presupposti per sgomberare: “L’intervento della autorità giudiziaria appariva oltre che legittimo ormai necessitato per interrompere una situazione di illegalità penale altrimenti destinata a indefinitamente protrarsi”, si legge nell’ordinanza.

La decisione “ci conforta nella linea sin qui perseguita”, ha commentato il procuratore aggiunto Valter Giovannini. Ora bisognerà capire come e quando partirà l’operazione che potrebbe lasciare senza un tetto molte persone. Sulla pagina facebook del gruppo intanto è arrivato anche il commento di Social log: “La procura di Bologna aggredisce il movimento per il diritto all’abitare della città! Facciamo appello alla solidarietà e rilanciamo con una grande Marcia della Periferia e della Dignità per il 28 marzo!”.‪

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