Chi indagava ha ascoltato la richiesta di estorsione in diretta. Non tra un mafioso e un imprenditore, ma tra il presidente della Camera di commercio di Palermo e il titolare di una pasticceria che aveva bisogno di prorogare il contratto di affitto. Per ottenere questo però l’uomo ha dovuto consegnare una tangente da 100mila euro a Roberto Helg che, a consegna registrata e avvenuta, è stato arrestato. A Helg, vicepresidente della Gesap la società che gestisce l’aeroporto di Palermo, il commerciante si era rivolto proprio come affittuario di uno spazio dell’aeroporto “Falcone e Borsellino”. Gesap è la società pubblica che gestisce l’aeroporto Falcone Borsellino. La Camera di Commercio ne possiede il 22,7%, alle spalle di Provincia (41,3%) e Comune (31,5%). Confcommercio Palermo, dopo una riunione straordinaria, ha espulso Roberto Helg dall’associazione.

Lo scorso 9 febbraio Helg aveva espresso solidarietà ad Antonello Montante, delegato per la legalità di Confindustria indagato per mafia: “Sono vicino al collega Montante e mi auguro che si possa fare chiarezza in brevissimo tempo. Chi si batte per la legalità, come lui, non può attendere a lungo che vengano chiariti i termini di una vicenda come quella che lo riguarda”. Helg aveva partecipato anche eventi contro la corruzione e il racket proponendo anche corsi contro i reati dei colletti bianchi e dei mafiosi.

Il ristoratore si era rivolto a Helg per ottenere condizioni favorevoli sulla proroga triennale del contratto d’affitto. E quindi era stata registrata quella che gli investigatori dell’Arma dei carabinieri definiscono “la classica sequenza estorsiva consistente”: l’estorsore che minaccia la difficoltà dell’operazione di rinnovo se non supportata dal suo prezioso intervento e, da parte del commerciante, l’accettazione di sborsare la cifra: non solo la consegna di una somma in contanti di 50.000 euro, ma anche il vincolo di versamento di 10mila al mese con il contestuale rilascio, in funzione di garanzia dell’impegno, di un assegno in bianco del residuo importo di 50.000euro”.

Al sopraggiungere della polizia giudiziaria nella stanza di Helg attorno alle 17 di ieri, il presidente della Camera di commercio aveva già ricevuto e messo in tasca l’assegno; sulla sua scrivania c’era anche una busta con 30mila euro in contanti. Interrogato Helg ha fatto ammissioni sulle quali sono in corso indagini. All’interrogatorio ha partecipato anche procuratore capo Francesco Lo Voi. Il difensore ha già chiesto per il suo assistito, quasi ottantenne e cardiopatico, gli arresti domiciliari.

Helg, che all’inizio dell’interrogatorio ha tentato di negare, ha poi detto agli inquirenti: “L’ho fatto per bisogno, mi hanno pignorato la casa”. Per 40 anni è stato titolare di negozi d’articoli da regalo, attività aperta nel 1974 e fallita nel dicembre 2012.
La sede commerciale più prestigiosa si trovava in via Ruggero Settimo, a Palermo, e chiuse nel 2000; altri negozi, compreso quello del centro Etnapolis di Belpasso, nel Catanese, chiusero negli anni successivi. L’ultimo negozio ad abbassare le saracinesche fu quello di Carini (Palermo), inaugurato nel 2008. La causa del fallimento, spiegò Helg, stava nel drastico calo dei consumi e dai mancati incassi per vendite effettuate all’ingrosso anche all’estero, soprattutto in Tunisia.

Il contratto d’affitto del locale dell’aeroporto era scaduto il 28 febbraio, già da agosto il commerciante aveva chiesto una proroga sulla quale, proprio oggi, si sarebbe dovuto pronunciare il cda della società. Non avendo ricevuto risposta, la vittima ha contattato Helg che, giovedì scorso, gli ha chiesto la mazzetta. La vittima ha chiesto ad Helg un po’ di tempo per recuperare i soldi, ma già il giorno dopo è andato dai carabinieri a raccontare tutto. Imbottito di microspie ieri si è presentato all’appuntamento, alla camera di commercio, e ha consegnato il denaro. Poco dopo nella stanza sono entrati i carabinieri.

Sull’arresto di Roberto Helg in serata è arrivata la presa di posizione dell’associazione Addiopizzo. “Quanto è accaduto è di inaudita gravità, soprattutto perché riguarda chi ricopre ruoli di rappresentanza del mondo imprenditoriale e produttivo da cui si pretende il buon esempio – è la denuncia – Le estorsioni e qualsiasi genere di imposizione, indipendentemente da chi sono commesse, non sono accettabili e per imprimere una serie e decisa svolta sul fronte del contrasto alla mafia e a ogni forma di illegalità, chi ha ruoli di responsabilità è chiamato a essere coerente con i valori che professa”. Non solo. A sentire il movimento “l’imprenditore che ha avuto il coraggio di denunciare e che è entrato nel 2011 dentro la rete di Addiopizzo, proprio attraverso un accordo con Confcommercio, non può essere assolutamente lasciato solo da nessuno e merita tutto il sostegno perché possa proseguire la sua attività imprenditoriale – è il punto di vista dell’associazione – Infatti, la rivolta nata a Palermo non può arrestarsi ed è necessario che ciascuno, a qualsiasi ruolo e livello, non si sottragga dal fare in maniera seria e concreta la propria parte, per superare ogni forma di illegalità e respingere qualsiasi genere di imposizione mafiosa ed illecita.

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