Quindici minuti di ritardo. Tutti i giocatori della Serie A in segno di solidarietà con il Parma Calcio domenica prossima non scenderanno in campo puntuali. La crisi dei crociati ha scoperchiato un vaso di Pandora, e dopo le proteste contro Lega Calcio e Figc, che sapeva da un anno dei conti in rosso della società emiliana, la solidarietà arrivata ai giocatori gialloblu che pur di proseguire il campionato sono disposti a lavarsi le maglie da soli e ad andare in trasferta a proprie spese, l’Aic, Associazione italiana calciatori, per domenica prossima ha lanciato una protesta a livello nazionale in accordo con tutti i calciatori della serie. Un gesto di vicinanza ai colleghi e dipendenti del Parma, ma anche un modo “per sensibilizzare la Federazione, la Lega Serie A, le altre componenti del mondo del calcio, le istituzioni e l’opinione pubblica sull’attuale situazione del Parma, nella quale non sussistono le necessarie condizioni per svolgere adeguatamente l’attività professionale” si legge nel comunicato dell’iniziativa, firmato dal presidente dell’Aic Renzo Ulivieri. L’invito è quello di aprire una riflessione e un confronto “sull’adeguatezza delle norme di iscrizione ai campionati e sui controlli dell’onorabilità e solidità economico-finanziaria dei club, al fine di evitare in futuro, in qualsiasi categoria professionistica, il ripetersi di simili situazioni”.

A Parma si vivono giorni di tensione tra lo stadio Tardini chiuso dal 22 febbraio e il centro tecnico di Collecchio, dove gli allenamenti dei calciatori proseguono, così come i pignoramenti. I prossimi giorni saranno quelli decisivi per capire quale direzione prenderà il futuro del Parma Calcio. Un primo momento di confronto sulla situazione è atteso nel centro tecnico di Collecchio per venerdì 27 febbraio, quando il patron Manenti incontrerà Federico Pizzarotti. “Domani alle 15 andrò a Collecchio per incontrare il sig Manenti – ha fatto sapere il primo cittadino su Twitter dopo giorni di rinvii e disdette – Voglio garanzie concrete per la squadra e la città. Basta Parole #SaveParma”. L’appuntamento cruciale però sarà quello fissato il 6 marzo, quando il caso Parma arriverà sul tavolo della Lega di Serie A. Ironia della sorte, proprio il giorno dopo che all’istituto vendite giudiziarie della città ducale saranno battuti all’asta i primi beni pignorati dal centro tecnico di Collecchio.

La Lega ha fatto sapere che nell’assemblea saranno valutati i modi e le iniziative per permettere alla squadra di terminare il campionato, anche se “è evidente che – sottolineano – stante la pendenza del ricorso per il fallimento presentata dal pm di Parma e la conseguente ufficializzazione di un oggettivo stato di crisi, la Lega di Serie A potrà assumere determinazioni solo nell’ambito della procedura concorsuale e di concerto con gli organi fallimentari”. Tutto dipende dunque da come proseguiranno le vicende del club ducale tra Tribunale e Procura, che dopo aver chiesto il fallimento del Parma ha aperto un fascicolo in cui si ipotizza il reato di bancarotta fraudolenta sulla vecchia gestione societaria. Da parte sua il presidente Manenti, contattato da ilfattoquotidiano.it, ha dichiarato di non sapere nulla dell’inchiesta e ha spiegato che in queste ore sta continuando a lavorare per il confronto con i magistrati del Tribunale, in vista dell’udienza del 19 marzo: “Porteremo tutta la documentazione richiesta domani (venerdì ndr) o al massimo lunedì. Poi, se sarà approvato il piano, potremo andare avanti con i pagamenti. Ho parlato con i giocatori, non avevano bisogno di essere tranquillizzati perché sanno come è la situazione”. Il presidente ha anche confermato che la squadra potrà scendere in campo domenica prossima a Genova, e che “i soldi per la trasferta ci sono”.

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