Primo stop ai rifiuti nella discarica di Poiatica, il sito da 2 milioni di tonnellate gestito dal colosso Iren ambiente e attivo da quasi 20 anni nell’appennino reggiano. La notizia è stata diffusa dalla Provincia, che ha annunciato la chiusura a partire da lunedì 23 febbraio. “Un ottimo risultato” l’ha definito il presidente Gianmaria Manghi. Anche se i comitati ambientalisti, da sempre contrari allo sversamento in quell’area, aspettano a brindare. Si tratta infatti di una tappa obbligata, visto l’esaurimento del quinto lotto e il mancato via libera al sesto da parte della Regione Emilia Romagna. Sullo sfondo poi rimane ancora un’inchiesta aperta dalla magistratura di Reggio Emilia, che mira a far luce sulla presunta radioattività dell’area e ad accertare l’origine delle esalazioni di gas, segnalate alcuni mesi fa da un gruppo di abitanti della zona.

“A seguito del completamento dei volumi autorizzati con il quinto e ultimo lotto previsto dal Piano provinciale di gestione rifiuti del 2004– ha spiegato in un comunicato la Provincia – si è concluso il conferimento di rifiuti solidi urbani presso la discarica gestita da Iren Ambiente ricavata all’interno di una cava di argilla in comune di Carpineti e attivata nel luglio 1995”. Dunque, niente più rifiuti, almeno per ora, nel polmone verde di Reggio Emilia. E niente più via vai di camion. Fino alla fine del 2015, almeno 10 mila tonnellate al mese, andranno nell’impianto della vicina Novellara, dove invece c’è ancora spazio. “Coerentemente agli impegni presi – ha dichiarato Manghi – e insieme al lavoro per il potenziamento della raccolta differenziata, che a livello provinciale ha superato il 63%, da lunedì i rifiuti indifferenziati raccolti nei comuni reggiani, relativi al bacino di Iren spa, saranno e conferiti alla discarica di Novellara, unico impianto rimasto rispetto alle 3 discariche e all’inceneritore, attivi dal 2008”.

Una decisione, quella relativa allo stabilimento di Poiatica, che arriva dopo il semaforo rosso dell’anno scorso, quando l’ente di palazzo Allende aveva deciso di dire no all’ampliamento della discarica, “in assenza di una programmazione regionale”. Il progetto presentato da Iren prevedeva la creazione di un sesto lotto, ossia un’area aggiuntiva da altri 500 mila metri cubi. E se dalla Provincia era arrivato il voto negativo, sulla sua realizzazione l’ultima parola spetta ora alla Regione e alla nuova giunta di Bonaccini. Nelle prossime settimane dovrà prendere in mano la questione ed è atteso per la primavera il nuovo piano regionale dei rifiuti. Per questo, i comitati che nei mesi scorsi si erano fatti promotori di una petizione proprio contro l’allargamento preferiscono non abbandonarsi all’entusiasmo. “Abbiamo la bottiglia in mano – commenta Valentina Barozzi, del gruppo Fermare la discarica – ma aspettiamo di vedere il piano regionale dei rifiuti prima di aprirla, non vogliamo rimanere scottati. Non sarebbe la prima volta che ci dicono che la discarica chiude e poi negli effetti non è così”. Quello deciso dalla Provincia, aggiunge, è uno “stop al conferimento, non la chiusura del sito. La competenza sulla chiusura è solo della Regione, che ancora non si è espressa in maniera definitiva. Quindi per ora noi andiamo avanti con le nostre azioni di contrasto a Iren”.

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