“Non ti nego che alcuni di noi driver sono terrorizzati dai taxisti”. Parlare con un autista Uber è abbastanza complesso, i taxi stanno facendo una dura campagna contro il servizio di car pooling e nessuno vuole mostrare la propria faccia per paura di ritorsioni. Proprio oggi che a Torino le auto bianche scendono in piazza per una nuova protesta contro il servizio. A inizio gennaio un auto Uber è stata danneggiata da un gruppo di tassisti furibondi davanti a un teatro di Torino. “La maggioranza degli utenti Uber – spiega uno degli autisti- non prenderebbe il taxi, ma utilizzerebbe il car sharing o i mezzi pubblici” di opinione opposta i taxisti, proprietari di licenze pagate decine di migliaia di euro che si svalutano ad ogni corsa effettuata da Uber. “Tutto avviene tramite app, non c’è scambio di denaro contante” continua l’autista. Gli utenti vedono addebitato sulla loro carta di credito l’importo della corsa che mediamente va dal 40 al 70% in meno rispetto ai taxi. Un quinto di quanto pagato va a Uber il resto viene inviato al driver. “Il servizio funziona da poco, quindi non so fare una media, ma direi che ricevo dai 500 ai 1500 euro al mese, a seconda di quanto tempo ci dedichi. Non è un vero stipendio, ma aiuta a pagare le spese della macchina”  di Cosimo Caridi

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