Al via il primo progetto a Roma, e nel Lazio, sul legame tra la terza età e il mondo dei gay, lesbiche, bisessuali e transgender. Per migliorarne la qualità della vita, dal punto di vista socialepsicofisico. Si chiama “Angelo azzurro. Percorsi di valorizzazione degli anziani Lgbt” ed è promosso dallo storico circolo di cultura omosessuale Mario Mieli insieme alla Regione Lazio. Un progetto, spiega Alessandra Cattoi, l’assessore alle Pari opportunità del Comune di Roma, che “rappresenta un passo in avanti per rispondere ai bisogni di persone che spesso hanno dovuto vivere clandestinamente il proprio orientamento sessuale. E e che ora vivono particolari fragilità dovute a problemi legati alla terza età, come la solitudine, l’isolamento, la non autosufficienza”.

In Italia, gli interventi legislativi e di welfare a favore delle persone anziane Lgbt si contano sulle dita di una mano. Attraverso varie attività, laboratori e uno sportello di ascolto, “Angelo azzurro” faciliterà invece la conoscenza e l’interazione tra coetanei, ma anche tra le generazioni. Un impegno speciale sarà dedicato alla sensibilizzazione in materia di servizi territoriali per over 65. L’iniziativa, che ha come testimonial Leopoldo Mastelloni e Leo Gullotta, parte il 12 febbraio con l’attivazione di uno sportello di ascolto e orientamento nella sede romana del Circolo “Mario Mieli”, integrato agli altri servizi del territorio, dal Municipio alle Asl.

L’accesso diretto in sede sarà possibile il lunedì e il mercoledì dalle 14 alle 16, mentre tutti gli altri giorni, dal lunedì al venerdì, si potrà fruirne telefonicamente dalle 12 alle 16 tramite la Rainbow Line gratuita (chiamando l’800-110611). Il 4 marzo il via alle attività ludiche e culturali (tornei di carte, speed date, tour collettivi in centro) e a due laboratori: il primo sulle fantasie guidate (per acquisire competenze sull’espressione delle proprie emozioni, e sulla gestione dello stress), l’altro sull’omofobia interiorizzata (per dotarsi di consapevolezza e imparare a riconoscere le emozioni nella quotidianità).

“Nel corso del tempo, siamo venuti a contatto con tante persone Lgbt anziane, rendendoci conto di come queste presentino delle particolari fragilità e bisogni, rispetto ai loro coetanei eterosessuali – spiega a ilfattoquotidiano.it Andrea Maccarrone, presidente del circolo “Mario Mieli” -. Sentivamo quindi di dover offrire una risposta specifica, sul solco delle esperienze di altri Paesi europei come la Germania”. Nella capitale, e nel Lazio, il tema è particolarmente sentito: “Il nostro circolo opera da oltre trent’anni, e a Roma è molto alto il numero delle persone Lgbt. Molte provengono da altre regioni italiane, e invecchiando vien loro meno ogni tessuto sociale di base, ogni rete familiare di sostegno e protezione. Le difficoltà comuni a tutti gli anziani si moltiplicano”.

Ad esempio, “mancano tutele legali per le coppie di anziani Lgbt, e luoghi deputati alla loro socializzazione. Negli anni sono poi balzati agli onori della cronaca numerosi casi di violenza, e persino omicidi ai danni di anziani gay – ci dice ancora Maccarrone -. Anche alcune questioni inerenti la salute possono incontrare delle specificità di orientamento sessuale, di identità di genere”. E poi soffia forte il vento dell’omofobia. “Chi ha oggi sessanta, settanta o ottant’anni, è cresciuto in una società che lo costringeva all’invisibilità e così ha spesso metabolizzato modelli e sistemi di valori fortemente omofobi – conclude Maccarrone -. Gli anziani Lgbt sono più facilmente vittime, in contesti di coetanei, di ostilità, negazione, solitudine. E persino di ricatti, molestie, truffe”.

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