Sono in molti a dire che le auto moderne sono anonime, un po’ tutte uguali e non comunicano niente. Tutto vero, i design si rincorrono, i motori tacciono e i colori si amalgamano in mezzo al traffico.

Ma tornando indietro con la memoria, si trovano emozioni anche nelle macchine che una volta erano le più normali, le più economiche. Ad esempio nella Fiat 126. Era stata costruita per essere agile nel traffico e per parcheggiare senza problemi in un’Italia dove l’automobile era già diventata parte della quotidianità.

Parigi, salone di auto d'epoca

Ma quella linea così squadrata, e oggi simpatica, il rumore caratteristico del motore a due cilindri, i colori della carrozzeria a volte “agghiaccianti”, oggi la rendono speciale.
Perché in molti riporta alla mente qualche ricordo, magari della vita di tutti i giorni: un salto indietro all’infanzia.

Un altro mondo rispetto a quello che racconta la 500, che porta ai giorni nostri avventure quasi epiche. Un’utilitaria come la 126 trasmette la quotidianità di una volta, e per questo piace. A fine carriera, la 126 aveva già conquistato la sua vittoria, con 28 anni in produzione e oltre 5.600.000 di esemplari venduti.
Oggi inizia la corsa per la rivincita, per entrare a pieno titolo nell’olimpo delle auto d’epoca, dove ha già messo un piede, anzi, una ruota.

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