Che il Parlamento agonizzi, quanto a funzione legislativa, è cosa nota. Bene ha fatto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a ricordare il problema nel suo discorso di insediamento. La mortificazione crescente delle Camere è uno dei sintomi più inquietanti della crisi politica italiana. C’è una distorsione evidente negli equilibri tra i poteri. E un dato, più di altri, illustra il tema: quello della produzione legislativa.

A fine anno, la presidente della Camera Laura Boldrini ha presentato i risultati di uno studio dei suoi uffici. E’ emerso che, delle 98 leggi approvate nei primi 21 mesi della XVII legislatura, 1 era di iniziativa mista, ben 83 di iniziativa governativa e solo 14 di iniziativa parlamentare.

Le ragioni per le quali le Camere non riescono a fare il loro mestiere sono varie: mancanza di risorse economiche per finanziare le iniziative connesse alle nuove proposte; lo strapotere dell’esecutivo.

Ci sarebbe molto da dire sulle origini del fenomeno e le relative responsabilità. Ma molto ci sarebbe da fare per invertire un trend che sta progressivamente umiliando e seppellendo la Repubblica parlamentare disegnata nella Carta Costituzionale.

I toni del neo presidente della Repubblica, nel riferirsi all’andazzo, sono stati garbati. Ma per risolverlo ci vorranno iniziative forti. Soprattuto per convincere un premier dai modi spicci come Matteo Renzi a rispettare lo spirito costituzionale.

Vedremo se Mattarella avrà forza e convinzioni adeguate.

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Sui lobbisti perde la democrazia

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