Cassa Depositi e Presititi e Fondo Strategico a un passo dall’Ilva. Giovedì a Palazzo Chigi si terrà un vertice al quale parteciperanno oltre al premier Matteo Renzi e al ministro Federica Guidi, i vertici della società pubblica che gestisce i risparmi postali degli italiani e del suo fondo i Cassa Depositi Prestiti e del Fondo Strategico, i commissari straordinari del gruppo siderurgico e il consigliere economico del premier Andrea Guerra. Sul tavolo la messa a punto degli emendamenti del governo al decreto Ilva che è attualmente all’esame delle commissioni riunite Industria e Ambiente del Senato.

Dopo la presentazione degli emendamenti sono ancora attesi il parere della Bilancio e appunto gli emendamenti del governo. Anche se l’obiettivo resta quello di portare il testo in aula per martedì prossimo come stabilito dalla Capigruppo, i tempi appaiono davvero stretti, è più probabile che la prossima settimana siano le Commissioni a votare mentre per l’Aula bisognerà aspettare la settimana successiva. Al vertice di Palazzo Chigi il premier esaminerà in prima persona gli interventi che il governo porterà al testo del suo decreto, dopo le indicazioni emerse dalle audizioni che si sono tenute al Senato critiche sulle ipotesi di finanziamento del piano. La presenza dei vertici di Cassa Depositi e Fondo Strategico lasciano capire che il braccio finanziario dello Stato è ormai pronto per intervenire nel risanamento e nel rilancio dell’Ilva Spa, di fatto sottratta ai Riva dopo la dichiarazione dello stato di insolvenza e l’apertura della procedura di fallimento controllato.

In particolare, i vertici Cdp affronteranno con Renzi e il consigliere Guerra il nodo del passaggio dei fondi Fintecna (circa 150 milioni di euro) alla contabilità ordinaria dell’Ilva. Un passaggio per il quale Fintecna chiede, prima di dare il via libera, di essere garantita per legge da ogni possibile futuro contenzioso. Un emendamento del governo in questo senso potrebbe uscire da Palazzo Chigi. L’altro aspetto sul quale con ogni probabilità interverranno Cdp e Fsi sarà la costituenda società di servizio per la patrimonializzazione e ristrutturazione delle imprese prevista dall’Investment compact. L’Ilva sarà infatti il primo banco di prova del nuovo strumento messo a punto per risanare le imprese in “temporanei squilibri patrimoniali o finanziari” ma “caratterizzate da adeguate prospettive industriali e di mercato”. Una sorta di escamotage, quindi, per aggirare i paletti che impediscono alla Cassa di investire in aziende in dissesto. Che, tuttavia, si scontra con la dichiarazione di insolvenza della stessa Ilva decretata dal Tribunale di Milano la settimana scorsa che è però servita a portare un argomento a favore dello Stato nell’ambito del prevedibile scontro con la famiglia Riva per l’esproprio di fatto effettuato a fine dicembre con il via all’amministrazione straordinaria quando la società non era ancora fallita.

La società pubblica, che opererà come una società di ristrutturazioni, dovrebbe intervenire nel capitale della Newco che, come previsto dal decreto Ilva, potrebbe acquisire o – più probabilmente – prendere in affitto gli stabilimenti dell’Ilva e in particolare quello di Taranto. All’incontro di Palazzo Chigi si studierà poi una soluzione per le aziende dell’indotto e in particolare dell’autotrasporto di Taranto, sul piede di guerra da diverse settimane, dopo la notizia del fallimento dell’Ilva e il conseguente rischio di non vedersi pagati i crediti maturati finora con la gestione commissariale. L’obiettivo dichiarato del governo è di salvaguardare il maggior numero possibile di aziende dell’indotto inserendole nell’elenco dei creditori strategici per il proseguimento dell’operatività dell’Ilva.

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