Incompatibile. E decaduto. Stavolta la sentenza, dicono i legali della controparte, è immediatamente esecutiva. Potrebbe essere il game over per il candidato alle primarie del Pd in Campania Vincenzo De Luca. La Corte d’Appello civile ha confermato la pronuncia di primo grado che ha dichiarato De Luca incompatibile alla carica di sindaco di Salerno per averla cumulata per quasi un anno con quella di viceministro alle Infrastrutture del governo Letta. Rigettando con un provvedimento di 32 pagine il ricorso presentato da De Luca e dagli assessori della giunta salernitana avverso alla sentenza del Tribunale del gennaio 2014, i cui effetti erano stati ‘congelati’. È una vittoria legale e politica dei parlamentari salernitani del M5S e dell’avvocato Oreste Agosto e Stefania Marchese, promotori dell’azione civile per l’incompatibilità del sindaco-viceministro.
Per De Luca ora si profila la procedura di decadenza da primo cittadino, già sperimentata a Napoli nel 2000 quando Antonio Bassolino si candidò alle elezioni a Governatore della Campania lasciando la guida della città al suo vice Riccardo Marone, che divenne sindaco facente funzioni fino al ritorno alle urne nel 2001. Dovrebbe essere così anche a Salerno, anche se stavolta il percorso è imposto da una sentenza: comune capoluogo affidato al sindaco facente funzioni Enzo Napoli e voto amministrativo nella prossima primavera. In contemporanea con le elezioni regionali, alle quali De Luca ancora ambisce a partecipare da candidato presidente del centrosinistra. Il condizionale è d’obbligo, perché l’uomo è combattivo, non ha intenzione di arrendersi. E non intende rinunciare né alle primarie del Pd né tantomeno alla poltrona di sindaco: “Esprimo la mia soddisfazione per la sentenza della Corte d’Appello che, stabilendo la “decadenza”, consente la continuità dell’attività amministrativa, evitando la nomina del Commissario e lo scioglimento del Consiglio. Questo mi lascia pienamente libero di sviluppare la mia iniziativa in vista delle primarie per la Regione Campania”, dichiara infatti a caldo De Luca. “Sul piano del diritto, procederemo all’immediato ricorso in Cassazione, contro una sentenza che – essendo fra l’altro cessata da un anno la materia del contendere – propone un giudizio di merito, in tema di incompatibilità, che ci vede in totale dissenso. Al di là di valutazioni più sostanziali, non si comprende la decadenza dalla carica elettiva e precedente, rispetto a un incarico non elettivo e successivo. Attenderemo con serenità la pronuncia della Cassazione”.
Un bel guazzabuglio, l’ennesima tegola di un periodo non particolarmente fortunato per De Luca. Il 21 gennaio il Tribunale lo ha condannato a un anno per abuso d’ufficio al termine del processo che lo vedeva imputato per aver nominato un suo fedelissimo non laureato a project manager del termovalorizzatore di Cupa Siglia, peraltro mai realizzato, per il quale aveva ricevuto l’incarico di commissario di governo. Poche ore prima della sentenza penale De Luca aveva provveduto a cambiare il vice sindaco, nominando il suo capo staff Enzo Napoli. Il 23 gennaio la Prefettura di Salerno ha sospeso De Luca dalla carica di sindaco applicando la legge Severino. Il 26 gennaio il Tar di Salerno lo ha reintegrato applicandogli il precedente di Luigi de Magistris, ovvero accogliendo un ricorso dell’avvocato Antonio Brancaccio sui dubbi di legittimità costituzionale di una norma sanzionatoria retroattiva: sospensione in freezer in attesa delle decisioni della Consulta. E sullo sfondo il nodo mai sciolto delle primarie del Pd in Campania, che vedrebbero De Luca favorito secondo molti bookmaker. Sono state rinviate per tre volte: dovevano svolgersi il 14 dicembre, poi l’11 gennaio, poi il 1 febbraio. Ora risulterebbero fissate al 22 febbraio. Ma sono tutt’altro che certe. Chi nel Pd vuole cancellarle, e sta lavorando sotto traccia per questo, lo fa perché teme che, nonostante le condanne e tutto il resto, vengano vinte da Vincenzo De Luca.
“Si tratta di una nostra grande vittoria perché ritenevamo illegale che Vincenzo De Luca occupasse due poltrone contemporaneamente”, commenta il parlamentare grillino Mimmo Pisano. Che prosegue: ” Tutti gli atti che ha continuato, in maniera spregiudicata, a portare avanti come amministrazione comunale nel periodo in questione sono tutti a rischio. I nostri legali valuteranno i singoli atti per verificare quali non sono compatibili con il bene comune della città e andremo uno per uno a scardinarli”. Per l’esponente M5s, il sindaco decaduto “ha pregiudicato il bilancio del comune indebitandolo in maniera esorbitante, per non parlare – aggiunge – delle enormi tasse che i cittadini hanno dovuto pagare”. I 5 Stelle, che sottolineano “il declino del Comune” e la sua “gestione assolutamente clientelare”, si dicono pronti alle urne. E Pisano conclude: “Siamo sempre stati pronti”.