Avrà tempo fino alla prima udienza del processo. Intanto però la Regione Lombardia non si costituisce parte civile nel processo che vede imputati 64 ex consiglieri, tra cui Renzo Bossi e Nicole Minetti, accusati di peculato nell’inchiesta sulle cosiddette ‘spese pazze’.

Agli imputati viene contestato, nell’indagine del procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dei pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio, un totale di oltre 3 milioni di euro di spese. L’udienza di oggi, davanti al gup Fabrizio D’Arcangelo, è stata aggiornata al prossimo 27 febbraio per alcune omesse notifiche del decreto che dispone il giudizio. In aula è stato fatto solo l’appello, quindi il giudice ha rinviato il procedimento alla prossima udienza in programma il 27 febbraio.

Nella lista degli imputati che comprende 55 ex consiglieri e 9 ex assessori, sia tra i banchi della maggioranza che in quelli dell’opposizione, le spese comprendono libri, cene a base di ostriche, spese in macelleria fino all’acquisto di munizioni per la caccia. Alcuni degli imputati hanno già ‘saldato’ restituendo le spese contestate.

La Procura di Milano aveva chiesto di archiviare la posizione di 20 ex assessori tra cui Viviana Beccalossi (Agricoltura), Raffaele Cattaneo (Infrastrutture), Romano La Russa (Industria), Stefano Maullu (Protezione Civile e Polizia Locale), Valentina Aprea (Istruzione) ritenendo che “le spese” effettuate durante il loro mandato fossero formalmente “sostenute da giustificazioni adeguate fornite dall’amministratore prima della presentazione di richiesta del rimborso”. Lo scorso 31 luglio era arrivata la prima “condanna” da parte della Corte dei conti.

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