Il segretario un “alibi” ce l’ha: “La notte di Capodanno ho lavorato”, dice Francesco Croce, responsabile provinciale della polizia locale della Uil . Come dire: dietro l’assenza massiccia dei vigili urbani di Roma – 767 agenti ammalati o assenti per altri motivi -, nella notte di San Silvestro, non c’è stata alcuna regia sindacale. Tantomeno occulta. La stessa linea è confermata dalle altre sigle: Cgil e Cisl in una nota congiunta escludono che si sia trattato di uno “sciopero bianco”.

Ma allora cos’è accaduto la notte del 31 dicembre? Per il comando generale di Polizia municipale di Roma Capitale s’è trattato proprio di una sorta di sciopero bianco. In una relazione – consegnata al sindaco Ignazio Marino – che incontrerà i sindacati il 29 gennaio – il  comandante degli agenti della polizia locale di Roma Capitale, Raffaele Clemente, sostiene: “L’insieme delle condotte assenteistiche prese in esame – si legge nella relazione firmata – fanno ritenere che le stesse siano logicamente collocabili in un quadro motivazionale unitario: impedire il dispiegamento del servizio pianificato per la notte di Capodanno”.

Copia della documentazione è stata inviata anche al Ministero della Semplificazione e Pubblica Amministrazione, all’Authority garante per gli scioperi e alla Procura di Roma. Eppure dopo l’indagine interna solo 31 agenti municipali rischiano un procedimento disciplinare. Trentuno medici hanno rilasciato certificati, a giustificazione delle assenze dei dipendenti, sulla cui legittimità si avanzano dubbi. Infatti, i sanitari hanno, fra l’altro, dato la prognosi comprendendo il giorno antecedente, in alcuni casi anche due, a quello della reale visita medica presso l’ambulatorio. In un caso la visita medica è avvenuta in un albergo.

La Uil sostiene che si sia trattato di iniziative individuali. E di certo, sotto quest’aspetto, c’è solo un punto: “Le condotte del Comando generale – dice il segretario della Uil – sono aggressive e poco dialoganti con i sottoposti”. E gli agenti, lascia intendere, sono stufi. Ma cosa accade precisamente nella polizia municipale romana mentre si avvicina la fine dell’anno?

Il primo atto
“A partire dal 17 dicembre 2014 – si legge nella relazione – emergeva una specifica attività di mobilitazione sindacale volta a rendere impraticabili le consuete scelte operative per i servizi di Capodanno”. La strategia, secondo il Comando inizia con un primo atto: “l’astensione dagli straordinari” previsti per il 31 dicembre e il primo gennaio. Ma non si tratta dell’unica mossa: quando, due giorni dopo, i vertici richiedono i nominativi per il servizio di Capodanno, “le ordinanze sindacali indicevano un’assemblea”. Per quando? Proprio “per la sera e la notte di Capodanno”, secondo la ricostruzione, aggiungendo che “risultava da subito evidente che tale iniziativa avrebbe reso impossibile espletare le attività previste” per quella ore.

Zero straordinari
Il 27 gennaio il Comando generale dei vigili urbani verifica quanti dipendenti si siano prenotati per lo straordinario. E “accerta la totale assenza di prenotazioni”. Non resta che una strada: procedere con i turni ordinari e, sempre secondo la relazione, i numeri consentivano di espletare comunque il servizio. Il Comando però percorre anche un’altra strada: si rivolge alla “Commissione di Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali” e ottiene il seguente responso, da comunicare ai sindacati: le assemblee previste per Capodanno vanno rinviate per “mancato rispetto del termine di preavviso”.

Epidemia in corso
Passano 48 ore e il Comando generale, in assenza di straordinari, deve organizzare i turni per la fine dell’anno e l’inizio del 2015. Siamo al 29 dicembre e “a partire dalle ore 14 cominciano ad arrivare segnalazioni di malattia”. È una “escalation” impressionante: si contano 211 ammalati, 2 donatori di sangue, 145 assenti per la legge 104, e un’altra settantina per altri motivi. Il 30 dicembre si passa a 480 ammalati, 13 donatori di sangue e 145 assenti per la legge 104. Il 31 il numero degli ammalati sale a 745 unità, 249 assenti per legge 104 e 89 donatori di sangue. Una media, annota la relazione, “assolutamente fuori scala rispetto ai quattro anni precedenti”. Il segretario della Uil (…) parla di comportamenti e scelte individuali. La relazione interpreta la vicenda diversamente: “La susseguenza del fenomeno assenteistico alla rinuncia delle organizzazioni sindacali all’assemblea il giorno di Capodanno, la repentinità e il ricorso ai diversi istituti di tutela, fanno ritenere assolutamente non sostenibile la totale spontaneità delle assenze nella notte di San Silvestro”. Si parla di “un quadro motivazionale unitario: impedire il dispiegamento del servizio pianificato per la notte di Capodanno”.

Eppure, a fronte di questo quadro motivazionale unitario, s’individuano soltanto 31 casi sospetti con altrettante segnalazioni disciplinari. Su 648 certificati medici esaminati, infatti, ecco il risultato dell’indagine interna: “Dall’analisi della documentazione è emerso, infine, che 31 medici hanno rilasciato certificati a giustificazione delle assenze dei dipendenti sulla cui legittimità si avanzano dubbi. Infatti, i sanitari hanno, fra l’altro, dato la prognosi comprendendo il giorno antecedente, in alcuni casi anche due, a quello della reale visita medica presso l’ambulatorio. In un caso il sanitario ha certificato la visita presso un albergo”.  E il “quadro motivazionale unitario”? “Gli strumenti a disposizione dell’indagine disciplinare – conclude la relazione – non consentono, al momento, di cogliere l’evidente prova logica costituita dal forte assenteismo che ha caratterizzato i servizi già predisposti per la notte di Capodanno. Non esiste, infatti, al momento una prova positiva circa la preordinazione delle singole condotte assenteistiche. Altrettanto, è impossibile con i ristretti strumenti di questa indagine interna, superare la presunzione di ‘affidabilità’ del complesso della documentazione sanitaria acquisita”.

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