Mai come oggi il borsino del Quirinale sembra una girandola impazzita. Si sprecano i nomi e si arriva a toccare, a tre giorni dal fischio di inizio, la cifra record di ventuno potenziali successori Giorgio Napolitano. Il Corriere della Sera (Maria Teresa Meli) mette in cima alla lista tre nomi: “Quello di Sergio Mattarella, in «pole position». L’ex ministro, infatti, non viene visto dalla minoranza del Partito democratico come un garante del Patto del Nazareno e, anche se Berlusconi è perplesso sul suo nome, non c’è un «no» senza se e senza ma su di lui da parte di Forza Italia”. Fra i “quirinabili” del giornale di via Solferino si annovera anche Sergio Chiamparino, “un nome del Partito democratico, che però non vede l’ostilità dell’ex Cavaliere e che viene giudicato autonomo da tutti”. Infine, secondo la versione del Corriere, è sempre in campo Pier Carlo Padoan, il ministro dell’Economia. Profilo utile perché libererebbe la casella del Tesoro, innescando un rimpasto di governo.

Giornale che leggi borsino che trovi. Quotazioni Repubblica (Francesco Bei). Non è da escludere  una “sorpresa” che il premier potrebbe tirar fuori dal cilindro all’ultimo momento, “seppur come ipotesi residuale”. E l’identikit della carta coperta rimanda a due personaggi, non ancora finiti nel tritacarne del mercato del Quirinale. Lorenzo Ornaghi, rettore emerito della Cattolica ed ex ministro della Cultura del governo Monti, e Giovanni Maria Flick, ex Guardasigilli di Prodi, ex presidente della Corte Costituzionale e “con un rapporto non ostile con Berlusconi”. Secondo il resoconto di Francesco Bei, scartato Ugo De Siervo “per la sua forte opposizione all’Italicum”, il nome che svetta sopra di tutti è quello di Walter Veltroni. D’altronde, “il segretario Pd non si sbilancia su Veltroni, ma non nega nemmeno di lavorare «per costruire il consenso interno su di lui»”.

Sulla falsa riga del Corriere della Sera, invece, il borsino de La Stampa (Carlo Bertini). “Si rafforza l’ipotesi Mattarella”, titola a quattro colonne il giornale diretto da Mario Calabresi. Oltre al giudice costituzionale di origine siciliana,  nella rosa dei nomi figurano anche Giuliano Amato e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. “Ma è indubbio che – Bertini riporta le parole di uno dei protagonisti delle trattative in corso – dentro il Pd ci può essere maggiori consenso su Mattarella, mentre su Amato un po’ meno, perché nel suo caso il problema vero sarebbe il rapporto con l’opinione pubblica”.

Il Giornale di Alessandro Sallusti, che fino a ieri considerava Giuliano Amato come “il più quotato”, oggi svela la famosa “carta a sorpresa” del premier Matteo Renzi. Si tratta del presidente emerito della Consulta Ugo De Siervo. “Il suo nome sarebbe uscito – scrive il giornalista Andrea Cuomo – anche nei colloqui tra Renzi e Silvio Berlusconi”. Di più: “De Siervo, 73 anni a maggio, professore di Diritto Costituzionale all’università di Firenze, è maledettamente legato al premier. E uno dei pochi membri anziani del cosiddetto «giglio magico», quell’entourage fiorentino che ronza attorno a Renzi e dal quale ama pescare per coprire ruoli di responsabilità”. In un altro articolo sempre il Giornale (Massimiliano Scafi) rivela che sono comunque in risalita le quotazioni di Walter Veltroni, Piero Fassino e Dario Franceschini. “Non Pier Luigi Bersani, con il quale da qualche tempo Renzi non riesce a parlare”. Nella lista del Giornale non mancano Francesco Rutelli, Sergio Mattarella (che “resiste nel borsino”), Giuliano Amato e Pier Ferdinando Casini. Scendono, invece, i tecnici Mario Draghi, Ignazio Visco, Mario Monti e Pier Carlo Padoan. In calo la quota “rosa” siciliana Anna Finocchiaro. “Sembrava il cavallo giusto su cui puntare – scrive Scafi – poi l’altro giorno in Senato la minoranza dem ha votato contro un suo emendamento”. L’incantesimo è finito, e il suo indice “quirinalizio” continua a scendere. Ma mai dire mai, però.

Perché se fosse per Libero (Elisa Calessi) “il nome con le chances più forti è ancora Anna Finocchiaro”. Ma, manco a dirlo, fra i “quirinabili” Elisa Calessi metti in pista  anche Graziano Delrio, Paolo Gentiloni, e il «jolly» Walter Veltroni  (che “è in sintonia con la linea del premier, viene dal Pci-Pds e su cui non c’è il veto di Berlusconi”). Senza escludere, però, la possibilità della “carta a sorpresa” Romano Prodi.

Il Messaggero (Alberto Gentili) punta le fiches su Walter Veltroni perché “gradito a una larga fetta del Pd, apprezzato da Berlusconi, stimato da Gianni Letta e dal patron di Mediaset Fedele Confalonieri”. Ma al Nazareno, sede nazionale dei democratici, “si spendono i nomi di Sergio Mattarella e Pier Carlo Padoan”. Ma non finisce qui. Perché la lista del quotidiano di via del Tritone include anche Graziano Delrio, Paolo Gentiloni, Pietro Grasso, Pier Ferdinando Casini (“candidato trasversale in grado di saldare i due fronti”), e perfino Pier Luigi Castagnetti. Insomma, manco soltanto Giancarlo Magalli

Twitter: @GiuseppeFalci

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