Colpi di spranga alla porta nella notte, accompagnati da grida e minacce di stampo fascista: “Viva il Duce! Torneremo mentre dormite”. Sono alcuni dettagli di un’aggressione che un gruppo di ignoti avrebbe messo in atto martedì sera (20 gennaio) in un’abitazione occupata di Parma. Erano circa le 23,30 quando al civico 22 di borgo Bosazza, un palazzo occupato nel quartiere Oltretorrente della città ducale, alcune persone sono scese da un’auto, una Bmw serie 1, e hanno cominciato a colpire la porta armati di spranga. A denunciare l’episodio è stata la Rete Diritti in Casa, che ha raccolto la testimonianza delle dodici famiglie che abitano nello stabile, tra cui anche minori, neonati, invalidi e anziani.

“Ve ne dovete andare, torneremo più tardi mentre dormite” avrebbero minacciato gli aggressori durante il blitz, accompagnando le minacce a frasi come “Viva il Duce” e “Viva il fascismo”. I presenti sono riusciti a fotografare la targa dell’auto prima che il manipolo fuggisse via e sulla vicenda ora sta indagando la Digos che sta cercando di risalire ai responsabili. “Questo gesto si commenta da solo, sono degni successori delle barbarie del fascismo questi vandali della libertà, cattivi quanto stupidi, abbruttiti dal loro razzismo e dalla loro stoltezza” ha scritto l’associazione Rete Diritti in Casa in una nota, esprimendo preoccupazione per gesti che incitano alla violenza verso le persone più deboli.

Anche se gli autori del blitz restano per ora ignoti, il dito dell’associazione e degli altri gruppi autonomi di Parma è stato subito puntato su CasaPound, che nella città emiliana ha una sede aperta da anni e che in passato è stata oggetto di contestazioni e scontri con gli antifascisti. Gli attivisti dell’associazione di estrema destra però si sono detti del tutto estranei alla vicenda, che si è verificata proprio a pochi giorni di distanza dagli scontri di Cremona che hanno provocato un ferito grave e in cui all’inizio sembrava coinvolta anche una delegazione parmigiana di CasaPound.

Per questo dopo l’aggressione alla casa occupata di borgo Bosazza, nel quartiere dove durante il biennio rosso gli Arditi del Popolo respinsero l’offensiva delle squadre fasciste dando vita alla battaglia che è passata alla storia come le “barricate del ’22“, i collettivi hanno fatto sentire la propria voce, chiedendo una volta per tutte la chiusura della sede di CasaPound a Parma: “Non faremo un passo indietro dopo questa aggressione, in solidarietà con Emilio e i fratelli di Cremona, per pretendere l’immediata chiusura di CasaPound – hanno spiegato i gruppi di autonomi, che si sono uniti in un presidio sotto il Comune – Basta aggressioni, basta linguaggio della paura, basta razzismo!”.

A condannare quello che sembra un vero e proprio atto intimidatorio è stato anche il sindaco Federico Pizzarotti: “L’azione che si è svolta ad opera di ignoti – ha fatto sapere il sindaco – è un atto intimidatorio e assolutamente inaccettabile nella nostra città. Come è inaccettabile che queste azioni siano state accompagnate da frasi minatorie di natura fascista. A Parma non c’è posto per la violenza, da qualsiasi parte essa arrivi”.

Il primo cittadino ha ricordato che la città ducale è medaglia d’oro alla Resistenza e deve quindi salvaguardare i valori di democrazia, non violenza e libertà. “Non dobbiamo restare indifferenti davanti a questi atti: dobbiamo far sì che ciò non avvenga mai più – ha concluso infine il sindaco – Auspico quindi che le forze dell’ordine consegnino alla giustizia chi ha commesso questo grave atto di violenza. Al tempo stesso invito tutti alla calma, e a non rispondere alla violenza con altra violenza”.

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