“Siamo discriminate due volte: perché donne e perché rom”. Ma Concetta Sarachella, 32 anni, ha fatto delle sue origini il suo punto di forza. Rom italiana vive a Isernia dove disegna abiti nel suo piccolo laboratorio di cucito. Ma dal Molise nell’ultimo anno prende treni regolarmente per Milano, dove è considerata tra le promesse del Made in Italy. Durante l’ultima Fashion week della capitale della moda, gli abiti della designer hanno sfilato sulle passerelle di Regine d’Italia, un concorso che ha come obiettivo proprio quello di promuovere gli stilisti emergenti italiani. Undici i nomi in lista per vincere il concorso: tra questi, quello della giovane rom. “L’ispirazione per le mie collezioni nasce dal mondo rom in cui vivo. I miei abiti parlano della mia cultura, tra colori accesi, pizzi, balze e ricci”, racconta la stilista.

Ma non è la prima volta che Sarachella porta alta la bandiera rom. Nel 2012 un suo abito è stato esposto al Vittoriano di Roma durante i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Un altro in stile rom abruzzese è esposto all’unico museo rom di Milano, il museo del Viaggio “Fabrizio De André”. Una terza collezione al Museo Civico di Isernia. Ma avere ottenuto dei riconoscimenti “non vuol dire che la gente che hai di fronte si dimentica che sei rom”, continua la ragazza. “Mi sono spesso ritrovata ad essere discriminata perché mi piace indossare gonne lunghe”. Altri poi, “leggendo il mio cognome capiscono subito le mie origini, e allora il mio curriculum viene scartato immediatamente. Molti rom lavorano e altrettanti vorrebbero lavorare: ma se per voi italiani in questo momento trovare un’occupazione è difficile per un rom è praticamente impossibile”.

Per aiutare le donne rom a trovare un posto di lavoro, fare formazione e creare una rete di supporto a livello nazionale, tre mesi fa è nata la prima associazione nazionale di donne rom e sinti, “Rowni – Roma women network Italy” di cui Sarachella è vicepresidente. Una rete che ha diversi rappresentanti in quasi tutte le regioni del nostro paese, soprattutto in Campania e Basilicata, ma anche in Lombardia, Lazio, Sicilia. “Le problematiche delle donne rom e sinti che stanno nei campi sono diverse da quelle delle rom italiane che vivono in appartamenti – continua la stilista di Isernia – ma un problema comune c’è: chiedono di essere ascoltate e di smettere di dipingere la nostra comunità come quella di persone disoneste che non hanno un’occupazione. Mai che si parli di chi si sveglia alle 6 del mattino per andare a lavoro”.

“Essere rom significa subire discriminazioni continue. Anche se hai un lavoro e hai studiato, può essere difficile avere un casa in affitto per il solo fatto di essere di una cultura diversa”. E se capitava che “storcessero il naso” quando Concetta raccontava di essere stilista, ora che potrà dire di essere tra le giovani promesse del Made in Italy, la ragazza si chiede in quanti potranno crederle. “Ma io vado avanti e cerco di non perdere la mia umiltà”. Anche perché parte dei soldi che guadagna con le sfilate, Sarachella li usa per aiutare la rete di donne rom. “Il pregiudizio nasce dal fatto che non si conosce l’altra cultura – conclude la giovane – O spesso nasce in persone che conoscono la realtà solo guardando la televisione”.

Foto di Sergio Forte

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