“Siamo arrivati alla frutta nel mio partito”. La senatrice Pd Lucrezia Ricchiuti, vicina a Pippo Civati, si sfoga così in aula. Oggetto del contendere, il suo emendamento all’Italicum che chiedeva le primarie obbligatorie e regolamentate dalla legge per i candidati parlamentari, soprattutto dopo il caso Liguria. Il governo ha espresso parere contrario e l’aula lo ha respinto (tra i 78 favorevoli, solo 12 senatori Pd). Alla ripresa pomeridiana, il senatore di Liguria civica (Gruppo misto), Maurizio Rossi, ha presentato un ordine del giorno dal contenuto identico e il governo ha espresso parere favorevole. Così la senatrice Ricchiuti ha perso le staffe: “Posso pensare solo che l’emendamento sia stato bocciato, perché presentato da quelli che nel mio partito vengono chiamati gufi”, ha concluso. Al che, racconta a ilfattoquotidiano.it, “sono stata redarguita dal capogruppo Pd (Luigi Zanda, ndr), perché non conoscerei la distinzione tra emendamenti e ordini del giorno. Allora – continua – delle due l’una: o l’ordine del giorno non serve a niente e allora il parere favorevole del governo è puramente ipocrita. Oppure l’ordine del giorno ha una sua forza d’indirizzo vincolante. E e allora non si capisce per quale motivo sia stato dato il parere contrario sul mio emendamento”

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