Sono dimissionari o espulsi, figli orfani del Movimento 5 Stelle. Accusati di essere andati via per i soldi o semplicemente tra le polemiche per la linea ufficiale, ora si ricompattano per contare qualcosa. Gli ex nel gruppo Misto al Senato hanno formato un coordinamento per cercare di far valere la propria posizione nelle prossime trattative per il Quirinale e non solo. In dodici a Palazzo Madama, guidati dal toscano Maurizio Romani, aspettano che alla Camera i colleghi fuoriusciti facciano lo stesso. Probabilmente si muoverà qualcosa già la prossima settimana: mentre l’M5S resta in silenzio in attesa delle mosse di Renzi, gli ex provano a presentare la loro alternativa. Il progetto era in cantiere da settimane, poi oggi la decisione al Senato di riunirsi in tutta fretta e dare vita al nuovo soggetto politico. L’opportunità gliel’ha offerta lo strappo della minoranza Pd sulla legge elettorale: “Votiamo compatti per l’emendamento Gotor contro i capilista bloccati”, hanno detto dopo una prima riunione congiunta. “Inaccettabile avere un parlamento di nominati”.

A farsi portavoce del gruppo di 12 senatori è Romani, dimissionario volontario e poi espulso dal blog di Beppe Grillo un anno fa: “Vogliamo essere credibili”, ha detto a ilfattoquotidiano.it, “e per farlo abbiamo bisogno dei numeri. Serve una cabina di regia comune che ci possa dare un peso nelle scelte della maggioranza”. Come primo gesto hanno deciso di appoggiare l’emendamento del senatore bersaniano per l’introduzione delle preferenze: “Noi ci stiamo. Nel complesso l’Italicum è un disastro, ma vogliamo valutare le singole idee. Ad esempio saremmo stati disposti anche a votare per il premio di lista“. Proprio su questo punto Debora Serracchiani aveva chiesto il voto dei 5 Stelle: “I nostri ex colleghi hanno rifiutato, ma quel punto fa parte del pacchetto che era stato discusso in streaming in estate con l’M5S. Noi siamo disposti a votare a favore”.

In totale il gruppo degli ex è di 12 elementi. Assenti solo gli ultimi espulsi Vacciano e Simeoni e Marino Mastrangeli. Nel coordinamento si sono ritrovati invece i gruppi di Italia Lavori in corso e Movimento X. Tra i componenti: Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Monica Casaletto, Alessandra Bencini, Paola De Pin, Fabrizio Bocchini, Maurizio Romani, Laura Bignami, Maria Mussini, Bartolomeo Pepe, Cristina De Pietro, Adele Gambaro.

Se lo scontro sulla legge elettorale si esaurirà nelle prossime ore, il pensiero è già al voto per il Colle. “Vogliamo essere propositivi”, conclude Romani, “e fare un nostro nome. Pensiamo a qualcuno che sappia difendere la Costituzione. Ci riuniremo nei prossimi giorni e arriveremo ad una scelta condivisa anche con la base degli attivisti. Ci sono tanti ex come noi anche tra i semplici militanti”. Ma il punto cruciale sarà l’incontro con il Partito democratico: “Faremo il nostro nome al Pd, ma siamo pronti a valutare le loro offerte. In tanti dalla maggioranza sono venuti a cercarci per capire se abbiamo intenzione di dialogare. Noi, come sempre, valuteremo le idee volta per volta. Ma ora è venuto il momento di contare qualcosa oltre i discorsi sui massimi sistemi”.

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