“Dalla riunione è emersa la conferma della minaccia terroristica all’insieme dei paesi europei: si stima ci siano tra i 3mila e i 5mila foreign fighter in Europa, un numero molto consistente, che va combattuto con diverse iniziative di cui l’Ue sta discutendo da mesi e settimane”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, al termine del Consiglio Esteri Ue, aggiungendo che “il terrorismo di matrice islamica è una sfida contro l’Europa, ma anche contro la stragrande maggioranza dei governi e dei cittadini di religione musulmana”.

Riguardo gli appelli lanciati da più parti a rivedere il trattato di Schengen, il capo della Farnesina ha precisato: “E’ emersa la posizione condivisa unanimemente che il problema non è Schengen. Un trattato che nessuno discute. Invece, bisogna rafforzare i controlli alle frontiere esterne europee. Non possiamo accettare che la minaccia del terrorismo cambi il nostro modello di società – ha proseguito Gentiloni – basato sulle libertà fondamentali, cosa che non esclude che si possano prendere misure restrittive. Ma sulle questioni di principio, come la libertà di espressione e di circolazione, non si possono mettere in discussione i nostri principi”.

Ancora tutto da decidere sul tema del Passengers Name Record: “La sollecitazione politica è stata rinnovata, per sbloccare la direttiva Pnr sullo scambio di informazioni sui passeggeri delle compagnie aeree, che “non provoca un attentato mortale alla nostra privacy ma è fondamentale per l’individuazione della minaccia terroristica”. Ma è una materia ferma al Parlamento Europeo, la cosa non la sblocca il Consiglio Esteri”. Ma lo scambio dei dati delle compagnie aeree non basta: “Paesi come l’Italia, che hanno a cuore le azioni di politica estera comune, spingono sullo scambio di informazioni tra le intelligence dei Paesi europei, per avere maggior prevenzione sui rischi del terrorismo. E’ un obiettivo allo stato embrionale – ha sottolineato – ed è facile che non sia un primo passo di politica estera sulla sicurezza, perché i Paesi sono molto gelosi delle informazioni. Tuttavia, a fronte delle minacce ho visto consapevolezza e apertura”.

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