“Non è che se uno perde va via col pallone”. Così il premier Matteo Renzi, a Quinta Colonna, ha liquidato il clamoroso addio di Sergio Cofferati al partito, in polemica con il “silenzio” che ha circondato le presunte irregolarità durante le primarie liguri vinte dall’ex assessore regionale Raffaella Paita. L’ex sindaco di Bologna, per Renzi, è “un candidato che ha provato la sfida delle primarie” in Liguria, “le ha perse e il giorno dopo ha detto me ne vado dal Pd. Non si fa così”. “Ho grande rispetto per lui”, ha esordito il presidente del Consiglio, che “il cinese” aveva accusato di “non aver avuto neanche il garbo di aspettare la conclusione dei lavori della commissione” prima di proclamare Paita candidata del Pd. “Ma non condivido il modo in cui è uscito da un partito. E’ spiacevole che si cerchi di buttare all’aria il sistema delle primarie”.

Poi Renzi ha affondato ulteriormente il colpo, facendo riferimento alla sconfitta che Cofferati attribuisce a un “inquinamento” delle consultazioni e a presunti pagamenti in cambio di voti – ipotesi su cui la procura della Repubblica di Savona ha aperto un fascicolo – e al fatto che l’ex sindacalista è stato eletto europarlamentare con i voti del Pd. “Quando si perde fa male, ma non si va via. Se Cofferati aveva problemi sui valori, poteva dirlo sei mesi prima quando sempre io l’ho candidato alle Europee. E se il partito era alla frutta lo era anche quello che ha preso il 40 per cento“.

Il premier ha poi ricordato di aver sentito l’ultima volta l’ex sindaco il 12 dicembre, “giorno dello sciopero generale contro di me a cui partecipava anche Cofferati”. “Ho alzato il telefono e gli ho detto: ‘Non condivido la manifestazione ma ti faccio in bocca al lupo e ti dico che mi farà piacere continuare a dialogare’. Quella è stata l’unica volta che l’ho sentito e l’ho chiamato io”. Da allora, silenzio. Fino alla rottura di venerdì scorso. 

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