Basta dare costosi mangimi di soia ai maiali. Per rispettare l’ambiente e mangiare carne di qualità, una schiera di chef inglesi ha lanciato The Pig Idea, ovvero un programma per nutrire i maiali con gli scarti alimentari. Tra i testimonial della campagna, che va avanti da oltre un anno, non soltanto ambientalisti ma anche chef stellati come l’italiano Giorgio Locatelli e Thomasina Miers, vincitrice di Bbc Master Chef nel 2005. La teoria è semplice: i maiali si sono sempre nutriti della “spazzatura” derivante dai cibi. Ed è così che devono continuare ad essere trattati.

“Il nostro mondo è assurdo” è l’incipit del manifesto della campagna sul sito internet www.pigidea.org. “Per millenni gli esseri umani hanno riciclato i rifiuti alimentari dandoli ai maiali. Ora questo non è più possibile – racconta Tristram Stuart, vincitore del premio internazionale The Sophie Prize per la sua lotta contro lo spreco alimentare – Rilanciare questa tradizione aiuterà a proteggere le foreste che vengono abbattute per far crescere le milioni di tonnellate di soia che importiamo dal Sud America ogni anno per nutrire il nostro bestiame”.

“Per millenni gli esseri umani hanno riciclato i rifiuti alimentari dandoli ai maiali. Ora questo non è più possibile”

Alla base del progetto l’idea che siamo abituati a nutrire maiali e polli con farina, mais e soia che altrimenti potrebbero essere utilizzare per l’uomo. “Questo aumento della domanda necessaria a sfamare gli animali da allevamento mette pressione sulle forniture alimentari globali e contribuisce alla fame nel mondo”, continuano gli chef inglesi. A sostegno della loro iniziativa, oltre a diversi studi sullo spreco alimentare, anche una stima delle Nazioni Unite secondo cui se gli agricoltori di tutto il mondo alimentassero il loro bestiame con il cibo che attualmente sprechiamo, ci sarebbe abbastanza disponibilità di alimenti a disposizione di almeno tre miliardi di persone.

Una campagna che mira a cambiare la legge europea “per permettere di nutrire i maiali e i polli con scarti alimentari

Oltre ad aiutare nello smaltimento dei rifiuti e nella riduzione della domanda alimentare, tra gli obiettivi del progetto la ridurre dell’inquinamento “con la diminuzione di venti volte di emissione di CO2”. Secondo la cordata di cuochi inglesi, infatti, “il 97 per cento della produzione mondiale di soia è usata per l’alimentazione animale e l’Europa importa 40 milioni di tonnellate di farina di soia ogni anno”. Un processo che sta alimentando l’abbattimento della foresta amazzonica “con un ritmo allarmante”. Una campagna che mira quindi a cambiare la legge europea “per permettere di nutrire i maiali e i polli con scarti alimentari anche derivati da catering e ristoranti” creando centri “dove trattare questi scarti e trasformarli in mangime in modo sicuro”. Una modalità che è già stata utilizzata da Stati Uniti, Giappone, Corea e Cina. E che ora gli chef inglesi vorrebbero importare anche Oltremanica.

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