Il primo round con il fisco va a Sergio Marchionne. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, le Entrate dovranno restituire all’amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles 3,9 milioni di euro che nel 2012 la Fiat, in qualità di sostituto di imposta, aveva versato “a titolo prudenziale”. Subito dopo il manager e il gruppo hanno però fatto richiesta di rimborso, ritenendo che l’attività svolta dalla casa automobilistica non sia in realtà soggetta al prelievo addizionale del 10% sui compensi ricevuti dai suoi dirigenti nell’ambito di piani di incentivazione basate su stock grant (il diritto di ricevere gratuitamente azioni del gruppo). Prelievo che il decreto 78 del 2010 prevede in effetti solo per le società del settore finanziario.

Ebbene, la Commissione tributaria provinciale di Torino, in dicembre, ha dato ragione ai ricorrenti. Ritenendo una forzatura il fatto di considerare anche le holding industriali come parte del settore finanziario. Di conseguenza, la somma anticipata andrà restituita. Ma – considerato che si tratta appunto di 3,9 milioni – appare inevitabile il ricorso in appello e in Cassazione.

 

 

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