Vi è mai capitato di appostarvi accanto alla cassa di un cinema? Se osservate bene e tendete l’orecchio ci si può rendere conto che proprio lì scorre una variegata umanità di personaggi che messi tutti insieme potrebbero diventare protagonisti di un film.

Partiamo dalle coppiette, quelli che escono insieme per la prima volta (un classico è aperitivo + cinema). Accade che puntualmente sia lui a voler pagare per forza (forse per garantirsi un possibile dopo film?) e lei è ben contenta anche se di lavoro fa la manager mentre lui sta al call center. Se poi manca un euro a completare il pagamento sempre lei è prontissima a provvedere. Ecco a voi i cosiddetti sostenitori del “ruolo”.

Proseguiamo con gli amanti clandestini. Quelli che non possono permettersi l’albergo e devono incontrarsi di nascosto. Non importa chi paga. Non importa il film. Entrano di corsa all’ultimo momento e si siedono nelle ultime file. Meglio se il cinema è vuoto. Sbrigativi.

Eccoci agli anziani. Prediligono lo spettacolo del pomeriggio per le speciali tariffe. Fanno mille domande sui posti a sedere anche se la sala è vuota. Non molto avanti che che mi fanno male gli occhi, non troppo dietro che non vedo bene. Laterale che devo andare in bagno. A volte non ricordano se hanno già visto il film e chiedono conferma al personale del cinema. L’altro giorno una signora in coda ha domandato quanto durasse l’amore bugiardo. Tutta la vita ha risposto prontamente una sua coetanea. Teneri.

I radical chic alla cassa non dicono mai il titolo del film: “Due biglietti per Aronofsky “, come se il regista fosse amico loro. Frequentano solo cinema di nicchia e se il film parte in ritardo minacciano di scrivere  ai giornali. Scoreggioni.

Quelli con le tessere. Appunto perché hanno le tessere non pagano mai e vanno al cinema solo perché non pagano mai. Una volta è uscito uno lamentandosi che Nebraska fosse in bianco e nero: “Potete provvedere?”. Capre.

I ragazzi raccolgono le monetine fino ai centesimini color rame: vedere un film è una conquista, ne sei affascinato. Poi scopri che hanno speso la paghetta per i giochi della playstationIngannatori.

Le tipologie sono infinite. quelli che un film è “carino” perché ha un bel manifesto, quelli che fotografano il biglietto e lo pubblicano subito su cinematti, quelli che ho voglia di “American Sneijder” manco fossero allo stadio. Ne avrei da raccontare abbastanza per scrivere un libro…

La mia preferita però resterà per sempre la ragazzina che alcuni anni fa alla cassa di un multisala senza specificare il film chiese un biglietto. “Per?”,  le fu domandato. E lei arrossendo rispose: “Per favore”. Dolcissima, non la dimenticherò mai.

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