“Non abbiamo segnali che indichino l’Italia o interessi italiani esposti a specifiche forme di rischio”. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano parla alla Camera quasi vuota sull’allarme terrorismo dopo l’attentato al settimanale satirico francese Charlie Hebdo e in una giornata che registra un’altra sparatoria e due morti.

Uno dei killer di Parigi era noto alle forze di polizia italiane “come appartenente alle filiere islamiche dirette in Iraq, ma non era mai stato sul territorio nazionale”. Alfano riferendosi agli attentatori parla di una strategia “frutto di un addestramento militare acquisito nei luoghi di conflitto” e di una “conseguente dimestichezza con l’uso delle armi da guerra”. Alfano, riferendosi ai foreign fighters, ribadisce che risultano “53 le persone coinvolte in trasferimenti verso luoghi di conflitto che hanno avuto a che fare con l’Italia nella fase della partenza o anche solo in quella di transito, quattro di esse hanno nazionalità italiana. La quasi totalità di queste persone – ha aggiunto – è ancor attiva nei territori di guerra, la restante parte minoritaria è deceduta nei combattimenti o è detenuta in altri Paesi”. Due dei quattro sono Giuliano Delnevo, morto lo scorso anno in Siria ed un giovane che si trova attualmente in un altro Paese.

Dopo l’attentato di Parigi è stato disposto “l’immediato rafforzamento dei dispositivi di vigilanza e il monitoraggio obiettivo sensibili proseguirà con grandissimo impegno. Attenzione è posta non solo a siti istituzionali e luoghi culto, ma anche sedi di giornali e tv e personalità pubbliche che, in ragione della loro attività politica, potrebbero essere oggetto di attenzioni terroristiche”. 

Il responsabile del Viminale confermando, come avviene da anni, il monitoraggio dei centri di aggregazione l’attenzione nei confronti dei “predicatori di odio” che possono fomentare azioni, ricorda che sia le moschee e i luoghi di culto non vengono trascurati e che è stata eseguita una “rilevazione puntale” anche se è un lavoro “reso difficile” dal fatto che in molti casi i luoghi di culto sono “locali di fortuna… Nonostante le zone d’ombre e le difficoltà la nostra attenzione è sempre stata ed è sempre alta”.

Alfano ricorda anche che l’anno scorso sono stati effettuati undici arrestati di soggetti sospettati di continuità con il terrorismo e i tredici provvedimenti di espulsione tra cui quello dell’imam di San Donà di Piave, voluto personalmente dal ministro. Ha quindi affrontato la questione dei flussi immigrazione considerati un possibile veicolo di infiltrazione terroristica.

Alfano spiega che esistono adeguati dispositivi di controllo sui valichi di frontiera, ma sottolinea come ad agire siano stati nel caso di Parigi come in altri casi siano stati “immigrati di seconda e terza generazione“, una “fonte di pericolo interna abilmente mimetizzata”. Per questo il ministro annuncia “nuove misure normative” che verranno sottoposte alle Camere. Questo perché ormai emersa una nuova figura: quella del “terrorista molecolare, home made man che si autoridacalizza e anche autoarma”.

Alfano dice che sarà data particolare attenzione al web. Inoltre il questore potrà ritirare i passaporti e saranno definiti nuovi campi di azione sul finanziamento al terrorismo, e anche un nuovo specifico reato che non colpisca solo i combattenti stranieri. Tra le misure anche il passenger name record in modo da dotarsi di uno strumento di tracciamento di chi viaggia.

Duro l’attacco della Lega Nord: “Questo governo è collaborazionista dei terroristi: quello che fate va in questa direzione, azzerando il fondo espulsioni –  dice Paolo Grimoldi -. Questo governo è collaborazionista con i terroristi. Quello che fate perora la causa dei terroristi”, ha urlato Grimoldi, per questo poi ripreso dal vicepresidente Roberto Giachetti. “Il ministro Alfano dice che bisogna ritirare i passaporti? Ma se i terroristi andate a prenderli con le navi da guerra sul bagnasciuga dei Paesi musulmani che manco hanno addosso i documenti? Gli date le schede telefoniche e le case per fare le basi. I terroristi frequentavano il centro di Viale Jenner…”.  Grimoldi ha poi detto che “l’Islam moderato non esiste in nessun paese musulmano. Sentiamo solo che gli adulteri devono essere lapidati. La presidente Boldrini invece di fare i convegni sul termine ‘presidenta’ parli invece del fatto che nei Paesi islamici la donna viene vista come inferiore e della infibulazione, non delle cazzate…”.

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