Ok al processo davanti al tribunale dei ministri per Altero Matteoli. Il via libera è stato dato dalla giunta per le immunità del Senato accogliendo così la proposta del relatore (e presidente della giunta) Dario Stefàno. Ora la relazione andrà in Aula per il voto definitivo. Matteoli è accusato di tangenti (per un valore di circa 500mila euro) nell’inchiesta sul Mose di Venezia che aveva già travolto, tra gli altri, il presidente della commissione Cultura della Camera Giancarlo Galan (che ha già patteggiato ed è già ai domiciliari) e il sindaco del capoluogo veneto Giorgio Orsoni (per il quale il gup ha respinto la proposta di patteggiamento e che ora rischia il processo).

Hanno votato contro alla richiesta di processo per Matteoli i senatori di Forza Italia, ma anche alcuni commissari di maggioranza: Enrico Buemi (Psi, eletto nelle liste del Pd) e il Nuovo Centrodestra che dentro la giunta sono rappresentanti Nico D’Ascola, Carlo Giovanardi e Andrea Augello. Questi ultimi tuttavia hanno dato l’ok all’autorizzazione a procedere per il processo ai coimputati di Matteoli che con lui devono rispondere del reato di corruzione in concorso: l’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati, l’amico imprenditore Erasmo Cinque, l’ex presidente e ex responsabile amministrativo dell’impresa Mantovani, rispettivamente Piergiorgio Baita e Nicolò Buson. La giunta, come al solito, doveva valutare l’eventuale presenza di fumus persecutionis, ma secondo il relatore – il cui testo è stato approvato – non era questo il caso e la giustizia può procedere regolarmente.

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