Il 20 febbraio tutti i decreti delegati pronti in materia fiscale saranno portati in Consiglio dei ministri. “Per evitare polemiche – sia per il Quirinale, che per le riforme – ho pensato più opportuno togliere di mezzo ogni discussione e inserire anche questo decreto nel pacchetto riforme fiscali del 20 febbraio”. E’ l’annuncio che Matteo Renzi affida alla sua Enews, a proposito della norma sul 3% inserita nella delega fiscale che garantirebbe un salvacondotto a Silvio Berlusconi, condannato in via definitiva per frode fiscale lo scorso agosto. Il presidente del Consiglio, quindi, mette in conto che il nuovo capo dello Stato verrà eletto in poco tempo, prima del 20 febbraio. “Noi cambiamo il fisco per gli italiani, non per Berlusconi – continua il premier – senza fare sconti a nessuno, nemmeno a Berlusconi (ai servizi sociali nell’istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, ndr), che sconterà la sua pena fino all’ultimo giorno“.

Il che, tuttavia, era scontato: il problema è, semmai, che la norma in questione consentirebbe all’ex Cavaliere di chiedere la revoca della sentenza di condanna e la caduta degli effetti della legge Severino. “Noi non facciamo norme ad personam, né contra personam. (…)  – assicura tuttavia Renzi – questa ossessione su Berlusconi non mi riguarda. A forza di pensare a lui, per anni si sono dimenticati degli italiani”. In ogni caso l’articolo 19 bis del decreto fiscale è “una norma semplice che rispetta il principio di proporzionalità. Si può naturalmente eliminare, circoscrivere, cambiare. Il fatto che ci siano ‘adeguate soglie di punibilità’ (penali: il colpevole paga lo stesso, tutto, fino all’ultimo euro ma con sanzioni amministrative e non penali) e che si rispetti il principio di proporzionalità è sacrosanto. Poi nel merito si può discutere di tutto, cambiare tutto, ragionare di tutto”, osserva ancora il premier.

Una mossa che conferma la lettura che Franco Coppi, avvocato difensore dell’ex Cavaliere, dà al Fatto Quotidiano dell’intera vicenda: “Mi chiede se la polemica sul 3% per i reati fiscali e sul mio assistito Silvio Berlusconi c’entri con la partita per il Quirinale? – domanda il legale – e io le rispondo di sì, altrimenti perché Matteo Renzi promette che la pratica sarà rinviata a presidente eletto e dopo la fine dei servizi sociali a Cesano Boscone?”. Per il legale, quindi, la mossa del premier è servita per fornire una rassicurazione a Berlusconi in vista dell’elezione del successore di Giorgio Napolitano: un’elezione senza troppi intoppi con la mai esplicitata promessa di un salvacondotto.

“Sul decreto fiscale propaganda premier indecente”, attacca Stefano Fassina – sulla delega fiscale il livello di propaganda raggiunto dal Presidente del Consiglio nella sua e-news è offensivo per l’intelligenza dei cittadini italiani”. “La delega fiscale approvata durante il governo Letta – aggiunge l’esponente della minoranza dem – ha il fine di eliminare le cause dell’evasione di sopravvivenza e colpire la grande evasione. Mentre per le Partite Iva individuali la Legge di Stabilità innalza i contributi previdenziali dal 28 al 33%, il decreto fiscale premia la grande evasione, anzi più si è grandi evasori più si è premiati. È peggio di un condono“. “Si tratta di una decisione sbagliata che rischia di aumentare fortemente polemiche e sospetti anche in vista dell’elezione del presidente della Repubblica”, commenta Alfredo D’Attorre, membro della minoranza Pd.

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