Dopo lo scandalo Mafia Capitale, che ha visto al centro dell’inchiesta la Cooperativa 29 giugno di Salvatore Buzzi, il governo procede in ordine sparso in tema di sostegno alle cooperative sociali e relativi controlli. Da un lato il ministero della Giustizia chiude i rubinetti a quelle che impiegano i detenuti nella preparazione dei pasti in carcere, dall’altro quello dello Sviluppo economico si muove per accordare finanziamenti a tasso agevolato alle coop fondate da lavoratori di aziende in crisi, a quelle che gestiscono aziende confiscate alla criminalità organizzata ma anche a quante hanno il solo merito di essere basate nel Mezzogiorno. Un decreto firmato all’inizio di dicembre dal ministro Federica Guidi e appena pubblicato in Gazzetta ufficiale prevede infatti che le società finanziarie partecipate dal ministero possano concedere a quelle categorie di cooperative finanziamenti fino a 1 milione di euro a un tasso di interesse pari al 20% di quello di riferimento in vigore al momento della concessione. L’unico paletto è che il tasso non potrà essere inferiore allo 0,8 per cento. Le coop potranno fare richiesta dell’aiuto sia per la creazione di una nuova unità produttiva sia per l’ampliamento di una già esistente, la diversificazione delle attività o l’acquisizione di attivi di un’azienda chiusa.

A erogare i soldi sarà la Soficoop, società cooperativa per azioni creata dal dicastero di via Veneto nel 1985 sulla base della legge Marcora, che puntava a far fronte alle crisi produttive e occupazionali attraverso contributi a fondo perduto alle finanziarie che entravano nel capitale di coop costituite da dipendenti licenziati, cassintegrati o comunque provenienti da imprese “decotte”. All’inizio Soficoop operava diventano azionista di lungo periodo delle cooperative, mentre dal 2001 assume solo partecipazioni temporanee e di minoranza, oltre a concedere finanziamenti. Le risorse arriveranno da due capitoli di bilancio del Mise ma potranno provenire anche da programmi operativi cofinanziati con fondi strutturali europei. 

Resta tutto da risolvere, però, il nodo delle verifiche. L’articolo 10 del decreto prevede che il ministero possa “in ogni fase del procedimento” effettuare “controlli e ispezioni anche a campione sulle iniziative agevolate” e che vengano i finanziamenti vengano revocati in caso di irregolarità. Peccato che, secondo quanto riportato dal settimanale L’Espresso, la legge di Stabilità abbia ridotto da 5 milioni a un solo milione di euro i fondi a disposizione del Mise per l’azione di vigilanza. Questo nonostante a metà dicembre il ministro Guidi, rispondendo alla Camera a un’interrogazione del Movimento 5 Stelle, abbia assicurato che in seguito all’inchiesta Mondo di mezzo il ministero intende avviare “un programma mirato di ispezioni straordinarie” sulle cooperative coinvolte “sulle quali sarà anche richiesto la collaborazione del Comune di Roma”. E sullo sfondo restano i dubbi sull’efficacia dei controlli del ministero del Lavoro guidato dall’ex presidente di Legacoop Giuliano Poletti, che è responsabile della vigilanza straordinaria sulle cooperative che non aderiscono a “centrali”. Tanto più che, come rivelato da ilfattoquotidiano.it, lo stesso ministero aveva affidato un appalto per le pulizie alla coop 29 giugno. 

Nel frattempo, poi, un altro pezzo dell’esecutivo si muove in direzione contraria: prima di Natale il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha comunicato che via Arenula sospenderà “tutti i progetti di cooperative finanziati dalla Cassa per le ammende“, cioè quelli nelle carceri, in particolare per i servizi di mensa. La Cassa ha permesso finora a dieci cooperative sociali di far lavorare 170 detenuti delle case circondariali di Bollate (Milano), Rebibbia (Roma), Ivrea, Padova, Ragusa, Torino, Trani e Siracusa.

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