Lanciata in sordina, la proposta della divisione dell’Italia in macroregioni sta facendo rapidamente breccia nei cuori (non nel mio, io già trovo seccante condividere il pianerottolo con i vicini di casa). Persino Raffaella Paita, la candidata in pole position per le primarie del Pd ligure, ha dichiarato che le piacerebbe fare la governatrice del Limonte (Liguria, Piemonte, Val d’Aosta): provocando, come ovvia reazione, la minaccia di secessione dei piemontesi, che pur di evitare la Paita sarebbero anche disposti a diventare una provincia del Principato di Monaco. Ora, a parte il caso-limite della Paita, le macroregioni hanno ovvi difetti: per dirne solo uno, non rimediano ai principali problemi delle microregioni attuali – micro-sprechi e micro-scandali – limitandosi a trasformarli in macro-sprechi e macro-scandali.

Io ho un’idea migliore: la soluzione coreana. Già sperimentata nella Germania del dopoguerra, con la divisione fra Repubblica federale tedesca e Ddr e il Muro di Berlino, è stata poi perfezionata con la divisione della Corea, dopo l’omonima guerra, in un Nord comunista e un Sud capitalista. Questo straordinario esperimento ha prodotto conseguenze strabilianti. Al Nord, un paese filo-cinese lindo come la Svizzera, a detta di testimoni autorevoli come Razzi e Salvini, e comunque totalmente privo di immigrati: l’intera popolazione, anzi, emigrerebbe volentieri nel Deserto di Gobi, se potesse. Al Sud, invece, un paese filo-americano, con uno sviluppo capitalistico fantasmagorico, che esporta in tutto il mondo tecnologia a basso costo e sette religiose a prezzi stracciati.

Bene, la soluzione coreana è il mio sogno per il 2015: un’Italia finalmente divisa in un Nord comunista e un Sud capitalista, erigendo un apposito muro con reticolati elettrificati e fossati brulicanti di boy scout renziani ferocissimi.

Il Nord comunista sarebbe guidato da un “Brillante compagno” (il titolo di Kim Jon-il), ruolo per il quale Salvini sarebbe perfetto, brillantezza a parte; il comunismo risolverebbe il problema della disoccupazione tramite il lavoro obbligatorio, negli appositi campi; anche il problema dell’immigrazione sarebbe risolto, semmai sorgerebbe quello dell’emigrazione, con le macchine in coda ai valichi per la Slovenia.

Il Sud capitalista, invece, a quel punto potrebbe anche essere governato da Renzi o direttamente da Lapo Elkann, checcenefrega, tanto ci pensa il mercato, e finalmente attireremmo investimenti da tutto il mondo, specie dalla Corea del sud, presto diventeremmo una colonia coreana e a quel punto staremmo meglio tutti.

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