“Qualcuno lo definisce l’anti-Schettino? Non lo so, io non conosco Schettino, però conosco mio marito. E sicuramente non si sarà risparmiato, in niente. Mio marito non lascia la nave”. Parla Paola Giacomazzi, moglie di Argilio Giacomazzi, 62 anni, il comandante superiore di lungo corso al timone del Norman Atlantic, il traghetto andato in fiamme questa mattina nelle acque greche dell’Adriatico mentre dalla penisola ellenica era diretto ad Ancona.

“Davo per scontato che non fosse la nave di mio marito, non avendo avuto notizie né da lui né dalla Capitaneria. Poi io e i miei parenti siamo andati su Internet ed è uscito il nome della nave. E’ stata una giornata d’inferno” racconta al fattoquotidiano.it la donna, da 34 anni accanto al marito. Dietro di lei, le luci dell’albero di Natale continuano ad animare il salotto vista golfo della villetta inerpicata sui tornanti della borgata Cadimare, la stessa frazione di La Spezia dove il capitano Giacomazzi è cresciuto, circondato da boschi popolati da cinghiali. Istituto nautico a La Spezia, poi il primo imbarco quasi 40 anni fa, durante la leva, con la Compagnia d’Italia. Da allora Argilio non ha più smesso: Stati Uniti, Circolo Polare Artico, Nord Europa, America del Sud. Giacomazzi ha continuato a navigare, unico nella sua famiglia, fino a diventare comandante superiore di lungo corso. “Non è una vita semplice né per chi sta a casa né per chi naviga, ma io l’ho conosciuto quando già navigava, perciò ero preparata . Ora ha 62 anni. E’ vicino alla pensione, spero. Con la legge Fornero, chi è del ’52… non si sa. Ne ha fatte di rotte, oceani, ha visto mari ben peggiori di Ancona-Patrasso”.

Una tratta nuova e apparentemente semplice. In tutta la sua lunga e apprezzata carriera, nessun incidente. “Mai successo una cosa del genere. Ha affrontato mare grosso, ha recuperato una nave lui qualche anno fa, l’ha trainata perché era in avaria e stava andando contro gli scogli, ma una cosa del genere a lui, mai, mai è successa”.

Paola, casalinga, non ha notizie del marito da ieri sera, quando si sono sentiti al telefono. “Finché non mi chiama lui e non lo sento non posso dire niente. Non so niente, non so dov’è lui, non so quante persone c’erano a bordo, non so come sta. E’ partito a novembre, un imbarco di una cinquantina di giorni, sarebbe dovuto rientrare dopodomani per fare il capodanno, finito il periodo d’imbarco. Fanno mediamente una cinquantina di giorni su questo tipo di traghetti. Ci siamo sentiti ieri sera con l’accordo che ci saremmo risentiti questa sera quando arrivato ad Ancona avrebbe ripreso il segnale. Sto ancora aspettando”.

Anche Tobia, il fidato cane meticcio, lo aspetta abbattuto sul divano. E così la madre, la figlia e tutti i parenti e gli amici che sono attaccati al telefono e alla televisione in queste ore di attesa angosciosa. L’unica telefonata che Paola non ha ricevuto è quella delle istituzioni. “Nessuno dalla Capitaneria mi ha chiamato, nessuno. Ci siamo sentiti un paio di volte con la compagnia di navigazione, con cui non era mai successo un incidente, ci lavora da qualche anno. Ne ha cambiate parecchie di compagnie, in 40 anni di attività. Ho le stesse notizie identiche che avete tutti. Su Sky è comparso un numero di crisi da chiamare, ma probabilmente saranno subissati dalle chiamate, non siamo riusciti a prendere la linea”.

Che tipo di comandante è Giacomazzi? “Non so niente di cosa sta succedendo ma di una cosa sono sicura, perché è nella sua natura: si è prodigato. E’ generoso, molto, votato al lavoro, per cui sono sicura che il suo l’ha fatto e forse anche qualcosina di più, sì, potrei metterci la mano sul fuoco. Quando lavora, finché non mi chiama lui, io non lo chiamo perché sarebbe un disturbo. Quando va a lavorare, la sua testa è solo per il suo equipaggio, le persone che trasporta e la nave. I suoi uomini vengono prima di lui”.

Qualcuno suona alla porta. Tobia si alza dal divano e dondolando si avvia a controllare. Sicuramente spera sia Argilio, il suo padrone, tornato per rassicurarlo e tenerlo stretto, come fa ogni volta che c’è un temporale.

ha collaborato Elisa Vecoli

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