Tra le intercettazioni di sospetti terroristi, di esponenti politici internazionali e la violazione di server di istituzioni straniere, gli analisti della National Security Agency americana (Nsa) trovavano il tempo di spiare anche le proprie mogli, mariti o altre persone che non avevano niente a che fare con la sicurezza nazionale. A rivelarlo è il New York Daily News che cita una serie di documenti diffusi dalla stessa agenzia su richiesta della American Civil Liberties Union sulla base del Freedom of information Act.

Le rivelazioni sollevano nuove polemiche sul ruolo svolto dall’organismo di sorveglianza statunitense che nel 2013 fu accusato per la sua attività di controllo e intercettazioni nei confronti dei cittadini americani, europei e anche di alcuni capi di Stato e di governo, tra cui anche la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Un problema, quello della violazione della privacy dei cittadini, che diventa così più delicato, visto che alcune intercettazioni venivano effettuate, scrive il quotidiano, per puro interesse personale. Un funzionario dell’agenzia, si legge nei documenti forniti, ha fatto rapporto a un suo collega che, secondo le accuse, spiava la fidanzata straniera. Un altro esempio è quello di un analista che per due anni ha controllato i tabulati telefonici del marito per scoprire con chi l’uomo si teneva in contatto, prima che le venisse chiesto di smettere. Un militare al servizio dell’Nsa è stato addirittura degradato quando si è scoperto che controllava costantemente le conversazioni della moglie di un collega.

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