enricomatteiUn amico per Natale mi ha fatto un dono prezioso: ‘Villaggio Eni’, un piacevole soggiorno nel futuro. Un video che narra lo straordinario progetto di Enrico Mattei per la costruzione di un villaggio riservato ai dipendenti a Borca di Cadore, nelle Dolomiti. Oggi il Paese ha necessità di manager e imprenditori simili.

Era il 1954 e Mattei, sebbene impegnato in giro per il mondo nella sua rivoluzionaria politica per rompere il monopolio anglosassone delle sette sorelle del petrolio, mise a punto l’idea di un villaggio che avrebbe ospitato i dipendenti dell’Eni e le loro famiglie. Dirigenti, impiegati, operai, avrebbero potuto soggiornare, fianco a fianco, a spese dell’azienda per un periodo di due settimane.

400 ville, la chiesa, la colonia, un campeggio, l’albergo. Per realizzarlo Mattei chiamò Edoardo Gellner, un architetto innovativo ma con un grande rispetto per il paesaggio. Il progetto , tra il 1955 e 1965, combinò benessere dei dipendenti, estetica e modernità. Pensate cosa significava per un modesto impiegato potersi permettere le vacanze vicino a Cortina D’Ampezzo, in una bella casa di cui doveva pagare solo l’energia!

Un benefit straordinario, non monetizzabile, segno della relazione tra l’impresa e l’individuo, aiutato nella vita extra professionale e protetto nei momenti di bisogno. Certo si obietterà, tempi e contesti diversi. Ma non ci salveremo solo con le nuove forme di protezione: l’Aspi, introdotta dalla Fornero, diventata Naspi con il Jobs Act, l’Asdi, il Dis-Coll, un manuale di acronimi!

Ho visto funzionare meglio la cultura d’impresa “italiana”, quando è attenta a tutti gli interessi in gioco: azionisti, dipendenti, clienti, fornitori, comunità. Bisognerebbe ricordarla quando si ristruttura e si chiudono le fabbriche o i centri di ricerca, quando si de -localizza, quando si porta la sede o il domicilio fiscale all’estero. Molte nostre aziende a proprietà famigliare, pur tra le difficoltà, mantengono il senso della storia e il valore della relazione con la comunità e con i loro dipendenti. Un bene relazionale fondamentale, un collante etico e economico insieme.

Mentre la crisi prosegue, temo che il lavoro controverso dei giuslavoristi sul Jobs Act sul lego dei contratti da solo non porterà significativi miglioramenti all’economia. Servono imprenditori e manager che abbiano la voglia e la capacità di investire sul futuro. Auguriamoci che il 2015 ci porti nuovi campioni. Buone feste a tutti.

Articolo Precedente

Immigrazione e razzismo, ecco chi siamo!

next
Articolo Successivo

Le case impopolari

next