“Oggi preghiamo per tutti coloro che sono perseguitati a causa della fede cristiana“. In un tweet sul suo account ufficiale @Pontifex, Papa Francesco ha sintetizzato l’invito rivolto alle migliaia di fedeli presenti in piazza San Pietro per l’angelus di santo Stefano, il primo martire della Chiesa. “Vorrei dire a ciascun cristiano perseguitato: se portate questa croce con amore, siete entrati nel mistero del Natale, siete nel cuore di Cristo e della Chiesa. Preghiamo inoltre – ha aggiunto Bergoglio – perché, grazie anche al sacrificio di questi martiri di oggi, si rafforzi in ogni parte del mondo l’impegno per riconoscere e assicurare concretamente la libertà religiosa, che è un diritto inalienabile di ogni persona umana”.

Riflessioni che, ha spiegato Francesco ai fedeli presenti, “non turbano la celebrazione del Natale, ma la spogliano di quel falso rivestimento dolciastro che non le appartiene. Ci fanno comprendere che nelle prove accettate a causa della fede, la violenza è sconfitta dall’amore, la morte dalla vita”. Per Bergoglio, infatti, i cristiani sono chiamati a “dare testimonianza a Gesù nell’umiltà, nel servizio silenzioso, senza paura di andare controcorrente e di pagare di persona. E se non tutti sono chiamati, come santo Stefano, a versare il proprio sangue, a ogni cristiano però è chiesto di essere coerente in ogni circostanza con la fede che professa. Seguire il Vangelo è di certo un cammino esigente, ma chi lo percorre con fedeltà e coraggio riceve il dono promesso dal Signore agli uomini e alle donne di buona volontà”.

Al termine dell’angelus il Papa ha voluto rinnovare anche il suo “augurio di pace: alle famiglie, alle comunità parrocchiali e religiose, ai movimenti e alle associazioni”. E ha voluto ringraziare per i “tanti messaggi augurali ricevuti in queste settimane da Roma, dall’Italia e da ogni parte del mondo. Non essendomi possibile rispondere a ciascuno, esprimo oggi a tutti il mio sentito ringraziamento, specialmente per il dono della preghiera”. Una meditazione, quella del Papa per santo Stefano con al centro i cristiani perseguitati nel mondo, dai toni forti come l’Urbi et Orbi di Natale con la denuncia dei “troppi bambini ancora vittime di violenze e abusie l’omelia della messa della nascita di Gesù con la nuova condanna della corruzione. Gli stessi toni duri usati nell’impietoso “catalogo delle malattie curiali” con il quale Bergoglio ha bacchettato i capi dicastero vaticani nel tradizionale discorso per gli auguri natalizi.

“Dio – ha affermato il Papa nella messa della nascita di Gesù – è più forte delle tenebre e della corruzione”. Francesco ha condannato anche “gli arroganti, i superbi, coloro che stabiliscono le leggi secondo i propri criteri personali, quelli che assumono atteggiamenti di chiusura”. A tinte ancora più forti il messaggio Urbi et Orbi del suo secondo Natale in Vaticano: “Il mio pensiero va a tutti i bambini oggi uccisi e maltrattati, sia a quelli che lo sono prima di vedere la luce, privati dell’amore generoso dei loro genitori e seppelliti nell’egoismo di una cultura che non ama la vita; sia a quei bambini sfollati a motivo delle guerre e delle persecuzioni, abusati e sfruttati sotto i nostri occhi e il nostro silenzio complice; e ai bambini massacrati sotto i  bombardamenti, anche là dove il figlio di Dio è nato. Ancora oggi – ha aggiunto il Papa – il loro silenzio impotente grida sotto la spada di tanti Erode. Sopra il loro sangue campeggia oggi l’ombra degli attuali Erode. Davvero tante lacrime ci sono in questo Natale insieme alle lacrime di Gesù Bambino!”.

Il pensiero di Francesco è andato anche a tutti i conflitti sparsi nel mondo: dall’Iraq alla Siria, al Medio Oriente, all’Ucraina, alla Nigeria, alla Libia, al Sud Sudan, alla Repubblica Centroafricana e a varie regioni della Repubblica Democratica del Congo, al Pakistan, con un pensiero particolare per le vittime dell’epidemia di Ebola, soprattutto in Liberia, in Sierra Leone e in Guinea. Infine, Bergoglio ha rivolto un appello in favore di coloro che soffrono guerre, persecuzioni e schiavitù. “Che con la sua mansuetudine il potere divino di Gesù tolga la durezza dai cuori di tanti uomini e donne immersi nella mondanità e nell’indifferenza, nella globalizzazione dell’indifferenza. Che la sua forza redentrice trasformi le armi in aratri, la distruzione in creatività, l’odio in amore e tenerezza”.

@FrancescoGrana

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