Meno indignazione e più concretezza. L’Associazione nazionale magistrati attacca il governo Renzi e “la debolezza” degli interventi contro la corruzione. “Oggi”, ha detto il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli aprendo il comitato direttivo centrale a Roma, “i toni indignati vorrebbero rimediare alla debolezza delle riforme, peraltro in larga parte più annunciate che realizzate. Dunque, al governo noi chiediamo meno stupore e scandalo e più determinazione”. Il 12 dicembre scorso il Consiglio dei ministri ha annunciato un disegno di legge per aumentare le pene per la corruzione e un’ipotesi, non ancora dettagliata, per aumentare la prescrizione per determinati reati. “Le cronache giudiziarie hanno ridestato un dibattito che pareva sopito, su proposte che suscitano nel mondo politico divisioni e polemiche, piuttosto che consensi. Ma anche questo accendersi episodico di fiamma appare effimero. La politica sembra oggi accorgersi improvvisamente di quei guasti che noi con forza abbiamo segnalato da anni”, ha continuato Sabelli.

L’intervento del presidente del Consiglio è arrivato pochi giorni dopo gli arresti nell’ambito dell’inchiesta “mafia capitale” che hanno colpito il Campidoglio. Una tempistica sulla quale i magistrati mettono in guardia: “Quanto alla corruzione, i toni di indignazione che la politica intera ha levato all’esplodere dell’ennesimo gravissimo scandalo stridono con la debolezza delle annunciate proposte governative, aumento della pena e limiti al patteggiamento. Proposte che rischierebbero di scoraggiare ogni collaborazione e rendere ancor più saldo quel patto che lega corrotti e corruttori nell’omertà di un accordo fondato sulla comune convenienza”. Sabelli ha quindi ribadito l’auspicio che “sia presentata una proposta di legge adeguata alla gravità di questo crimine, sempre più saldamente collegato ai fenomeni mafiosi”. Una proposta, ha spiegato, ”mirata, severa ed efficace, da approvarsi in tempi molto brevi, che raccolga le indicazioni contenute nelle convenzioni internazionali e preveda meccanismi premiali per chi collabora, efficaci strumenti investigativi e un’ampia equiparazione, ai fini processuali, fra corruzione e crimine organizzato”. “Ci auguriamo che non ci si limiti invece a pochi, modesti ritocchi, inseriti in fretta in qualche ampia proposta di legge, destinata a lunghi percorsi parlamentari e magari a impantanarsi, una volta scemata l’indignazione del momento e archiviato il ricordo dell’ultimo scandalo”.

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