Elementary, my dear Watson!

Il massimo sarebbe riuscire a emulare Sherlock Holmes, ma può dare qualche soddisfazione anche scoprire l’assassino del dottor Black (nella versione nordamericana: Mr Boddy) fra i sei sospettati: Miss Scarlett (“la signorina Scarlatta”); Professor Plum (“il professor Prugna”); Mrs. Peacock (“la signora Pavone); Reverend Green (“il reverendo Green”) o Mr Green; Colonel Mustard (“il colonnello Mostarda”); Mrs. White (“la signora Bianca”). Stiamo parlando di Cluedo, un gioco da tavolo inventato da un pianista di Birmingham appassionato di Arthur Conan Doyle, Raymond Chandler, Edgar Wallace, ma che non disdegnava Agatha Christie. Il suo nome era Anthony E. Pratt (1903-1994), e quel gioco – l’aveva chiamato Murder! – l’aveva ideato nei primi anni Quaranta. Aveva fatto domanda per brevettarlo nel 1944, ma gli era riuscito di ottenere il brevetto solo tre anni dopo.

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La parola Cluedo intreccia il lat. ludo (‘io gioco’) e l’ingl. clue (‘indizio’), che è anche il nome con cui il nuovo passatempo, messo in commercio nel 1949, è conosciuto in Canada e negli Stati Uniti. A portarlo al successo anche la sua semplicissima formula. C’è da indovinare, oltre al colpevole, dove e con quale arma è stato commesso il delitto. Per arrivare alla triplice soluzione, consistente in tre carte inserite in una busta chiusa (una per indicare il colpevole, le altre due il luogo e l’arma del delitto) sostitutiva del cadavere e abbinata prima a uno scantinato e successivamente a una piscina, ogni giocatore avanza delle ipotesi in base alle carte in suo possesso e a quelle che gli hanno fin lì fatto vedere i suoi avversari: chi viene dopo di lui deve mostrare infatti segretamente a chi possiede il turno, quando quest’ultimo ha fatto la sua ipotesi, una carta al massimo (se ce l’ha) che ne smentisca la ricostruzione. Una carta, se è in mano a un giocatore, non può naturalmente essere nella busta. Vince il primo che formula un’accusa precisa su chi abbia commesso il misfatto, indicandone anche il luogo e l’arma. Chi prova a farlo, ma non individua tutti e tre questi elementi, esce dal gioco: si può quindi formulare un’accusa una sola volta, avendo avuto cura di annotare precedentemente, sul taccuino in dotazione a ciascun giocatore, le diverse possibilità.

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Come poteva essere, come fu, come sarebbe cambiato

In partenza i personaggi previsti da Pratt, compresa la vittima (prima di diventare tale), erano dieci. Sarebbero poi diventati gli attuali sei. Mr. Brown (“il signor Marrone”), Mr. Gold (“il signor Oro”), Miss Grey (“la signorina Grigia”) e Mrs. Silver (“la signora Argento”) furono tagliati già nella prima edizione del gioco, che avrebbe visto Nurse White (“l’Infermiera Bianca”) e Colonel Yellow (“il Colonnello Giallo”) diventare Mrs. White e Colonel Mustard. Le armi in miniatura, nell’idea iniziale, erano nove (un’ascia, un attizzatoio, un bastone, una bomba, una bottiglia di veleno, una corda, un pugnale, un revolver, una siringa ipodermica), e sarebbero diventate a loro volta sei: un candeliere, una chiave inglese, una corda, un pugnale, un revolver, una spranga di piombo. Undici, invece, gli ambienti dell’abitazione che sarebbe diventata la Tudor Hall: una biblioteca e una cucina, una sala da ballo, una sala da biliardo e una sala da pranzo; un atrio (hall) e una veranda (conservatory); un soggiorno (lounge) e uno studio (study); una cantina (cellar) e una stanza d’armi (gun room).

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Nella prima versione commercializzata del Cluedo le undici stanze sono ridotte a nove, con l’eliminazione delle ultime due. Nella seconda versione, dei nove ambienti precedenti, sopravvivranno solo la cucina e la sala da pranzo; gli altri saranno sostituiti da una dépendance e una terrazza, un ingresso e una spa, una sala home-theatre, un soggiorno e un osservatorio. La seconda versione amplia il numero delle armi, e non tutte le precedenti si conservano. Resistono il candeliere e la corda; ritornano l’ascia e il veleno; la chiave inglese e la spranga lasciano il posto a un trofeo, un manubrio, una mazza da baseball; il revolver lascia il passo a una pistola, il pugnale a un coltello.

È in parte la storia di un’americanizzazione, ma la tradizione riesce a tenere qua e là. In terra inglese il vecchio pugnale (dagger) non ha ancora ceduto al nordamericano e più moderno coltello (knife).

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